Ci sono sindaci e sindaci. Per fortuna. Ci sono quelli che fanno i fatti e parlano poco. Quelli che sanno leggere e scrivere. E quelli che sono ciucci matricolati. Poi ci sono quelli che non sono all’altezza, in tutti i sensi, del delicato ruolo che ricoprono. Spicca in quest’ultima categoria Gino Pellegrino. Il primo cittadino di Parete vive nella bolla cognitiva di Facebook. Da quando è stato eletto, in verità fin dalla campagna elettorale, non ha più avuto i piedi per terra. Forse sperava che fosse l’unico modo per innalzarsi un po’. Pia speranza. Rimasta tale. Ovviamente. Molto spesso (troppo) Pellegrino e la sua maggioranza esistono solo nella realtà virtuale. In particolare il sindaco pensa di aver risolto tutti i problemi dei cittadini con i post. “Ho fatto questo…”. “Ho ottenuto quello…”. “Ho ovviato a quell’altro…”. Noi lo scriviamo in italiano corrente. Noi.

Purtroppo per la gente di Parete la realtà vera è quella di una città governata da un sindaco solo apparenza e niente sostanza. Tutto fumo e poco arrosto. Un disastro. Che anche nel suo campo, quello del fumo, colleziona figurine nell’album della ridicolaggine. Secondo Pellegrino, i suoi post (basta, che palle!) ne sono la conferma, Parete non è colpita dal grave fenomeno dei roghi tossici. In pratica i criminali della filiera del “nero” che incendiano scarti industriali, pneumatici, plastica, oli esausti (pure loro del sindaco) si fermano al confine del Comune e solo pochi passi prima danno alle fiamme di tutto e di più. “Il nostro paese subisce il fumo degli altri Comuni”, sentenzia in sintesi Pellegrino sui social. Qualcuno si è scompisciato dalle risate. Altri lo hanno preso in giro. C’è stato chi ha ipotizzato un colpo di sole. O un’uscita di senno. In ogni caso siamo di fronte a dichiarazioni di chi è fuori dal mondo. Vive in un’altra dimensione. Quella virtuale. Per fortuna, come dicevamo all’inizio, ci sono sindaci che si occupano con atti concreti dei roghi tossici. Certo, non è un problema che si risolve con la bacchetta magica, quella ce l’ha solo Pellegrino-Silvan.

Ma confrontarsi con le istituzioni superiori è sicuramente utile. Lo hanno fatto i sindaci di Cesa, Succivo, Sant’Arpino, Orta di Atella e Gricignano di Aversa con la presenza dei comandanti della polizia locale. Enzo Guida, Gianni Colella, Giuseppe Dell’Aversana, Andrea Villano e Vincenzo Santagata hanno incontrato venerdì scorso il viceprefetto Gerlando Iorio, delegato per la Regione Campania al contrasto dei roghi. I sindaci hanno rappresentato le difficoltà esistenti nel contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti che avviene, soprattutto, nelle zone di confine e periferiche. Si è ragionato anche della possibilità che i sistemi di video sorveglianza locali possano essere collegati al sistema regionale realizzato dalla Sma Campania. I sindaci atellani hanno chiesto anche dei controlli più serrati rispetto al fenomeno dei cattivi odori che si registrano, soprattutto di sera, allo scopo di comprendere da quali impianti o aziende private provengono. I sindaci Guida, Colella, Dell’Aversana, Villano e Santagata e i rappresentanti dell’Esercito si sono dati appuntamento mercoledì 24 luglio alle ore 10 al municipio di Sant’Arpino, per iniziare a programmare attività di controllo.

“Siamo molto soddisfatti – dichiarano i primi cittadini– per il taglio operativo e risolutivo conferito alla riunione dal viceprefetto Iorio. Sono state avanzate anche proposte affinché la normativa di settore possa essere modificata in modo da rendere la legislazione più efficiente. Il delegato ai roghi si è impegnato a trasferire agli organi competenti le proposte avanzate”. Tra queste proposte quella di consentire le assunzioni di vigili urbani, da impiegare nel settore ambiente, nei comuni che rientrano nel perimetro della “Terra dei Fuochi”, in deroga ai vincoli finanziari ed economici. Ecco, ci sono sindaci e sindaci. Quelli che fanno i fatti e quelli che fanno i post, come Gino Pellegrino. Tutta “fooffa”.

Mario De Michele

 

 

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