SANTA MARIA LA FOSSA. «La memoria è il giusto tributo a chi ha sacrificato la vita per un’ideale di giustizia». Così Franco La Torre, rivolgendosi agli studenti di diversi istituti dell’Agroaversano, ha iniziato il suo intervento al Centro di educazione e documentazione ambientale di Santa Maria La Fossa. Il Centro, inaugurato stamattina (21 maggio), è stato intitolato al padre, Pio La Torre, politico e sindacalista ucciso dalla mafia e medaglia d’oro al merito civile. L’edificio sorge su un’area agricola di circa 13 ettari confiscata a Francesco «Sandokan» Schiavone, in località Ferrandelle. «Ricordo – ha aggiunto La Torre – che nel 1982, l’anno dell’assassinio, in Sicilia si parlava di mafia come di una devianza culturale e antropologica, quasi giovanilistica. Pochi mesi dopo l’omicidio fu approvata la legge Rognoni-La Torre che introdusse nel Codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso”. È possibile, dunque, cambiare. È possibile – ha concluso La Torre – lasciarsi alle spalle l’incubo della Terra dei Fuochi e questo centro ne è la prova». Tra le testimonianze, anche quelle della senatrice Rosaria Capacchione, membro della commissione bicamerale di inchiesta sul fenomeno delle mafie e storica firma del Mattino, che, da cronista, ha seguito la vicenda del sequestro e della confisca della masseria “Ferrandelle” al clan Schiavone di Casal di Principe. Del senatore Ciro Falanga, componente della Commissione parlamentare antimafia. Di Gianna Fracassi, segretaria nazionale Cgil Scuola; di Maria Antonietta Troncone, procuratore capo Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; del viceprefetto Imma Fedele, presidente di Agrorinasce; e di Antonio Papa, sindaco della città: «Abbiamo scritto una pagina storica per Santa Maria La Fossa, che dedico a quelle mamme che in piena emergenza tentavano di difendere il territorio, tra i più fertili della provincia, dall’invasione dei rifiuti». Sul finale, la cerimonia di premiazione del progetto “Difendere l’ambiente per difendere sé stessi. La legalità al servizio dell’ecologia”, voluto da Agrorinasce, Fondazione Polis e dal Ministero dell’Istruzione, Rete più Scuola Meno Mafia. In sala, gli studenti del liceo scientifico “Segrè” di San Cipriano d’Aversa, dell’istituto tecnico “Carli” di Casal di Principe e degli istituti comprensivi “De Mare” di San Cipriano d’Aversa, “Diana” di Casal di Principe, “Pascoli” di Casapesenna, “Santo Spirito” di Casal di Principe e quelli del “Gravante” di Grazzanise e Santa Maria La Fossa. Subito dopo, è stata inaugurata pure l’isola ecologica ed è stato dato inizio alle attività dell’impianto di biogas per il trattamento dei reflui zootecnici. Centro, isola e impianto costituiscono un vero e proprio polo ambientale e tecnologico all’avanguardia. Rappresentano il più importante investimento su beni confiscati alle organizzazioni criminali d’Italia: ben 10 milioni di euro, 9 dei quali investiti dalla società “Power Rinasce” del gruppo Intercantieri Vittadello, e 1,5 milioni investiti da Agrorinasce, con fondi del Ministero dell’Interno. La mattinata si è aperta con i saluti di Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce, e con la relazione tecnica di Alessandro Stefanello, amministratore delegato di “Power Rinasce”. «Nel luogo in cui è sorta la discarica più grande d’Europa – ha affermato Allucci –, volevamo realizzare qualcosa che fosse l’esatto opposto. Il Ceda sarà un luogo aperto agli studenti, all’Università, alle categorie professionali, ai cittadini».

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