Pronti, partenza, via. Ci sarà stamane il colpo dello start per il congresso provinciale dell’Udc di Caserta. La posta in gioco è alta: alla medaglia d’oro spetterà il compito di guidare il partito di Casini in Terra di Lavoro. Oggi e domani i circa diecimila tesserati Udc
saranno chiamati all’elezione del nuovo segretario e degli ottanta componenti del comitato politico provinciale. Un appuntamento decisivo per disegnare il volto futuro dei moderati casertani.
La corsa si disputerà all’Hotel Vanvitelli. L’ora x scocca alle 9. Ai nastri di partenza il gruppo dirigente, che fino alle 18 lavorerà alla presentazione delle mozioni, sotto lo sguardo vigile dell’ex viceministro Mario Tassone. Ma il giorno della verità sarà domani: dalle 8 alle 18 si svolgeranno le operazioni di voto nei trenta seggi allestiti nei principali centri della provincia. Salvo improvvisi cambi di rotta, saranno due gli schieramenti in lizza per impugnare il timone dell’Udc: quello che fa capo al presidente della Provincia, Domenico Zinzi; e la cordata di Pasquale De Lucia, già sindaco di San Felice a Cancello ed ex consigliere regionale, decaduto in seguito al ricorso vittorioso di Angelo Consoli, subentrato al suo posto nel parlamentino campano.
E proprio Consoli è uno dei cavalli di razza della blasonata scuderia di Zinzi, che può fare affidamento, tra gli altri, sugli assessori provinciali Gianni Mancini e Carlo Puoti, nonché di un nutrito gruppo di amministratori e dirigenti locali. Meno consistente è la corrente di De Lucia, che già nei giorni successivi all’elezione in consiglio regionale si schierò con Ciriaco De Mita proprio nel tentativo di scalzare Zinzi e company dai vertici del partito. Oggi e domani, dunque, si assisterà, sulla base di due mozioni (ripetiamo, salvo un accordo in extremis, che appare improbabile) al confronto-scontro tra l’esercito degli zinziani e la pattuglia dei demitiani. Una guerra, in verità, dall’esito scontato, alla luce del radicamento territoriale del presidente della Provincia, fortemente impegnato, anche nel suo ruolo istituzionale, a ritagliare per Terra di Lavoro uno spazio di primo piano nello scacchiere politico regionale.
La legittima battaglia contro il napolicentrismo e l’avellinocentrismo, oltre che le sue indubbie doti di politico e amministratore, fa pendere la bilancia nettamente dal lato dei fedelissimi di Zinzi. La stragrande maggioranza di iscritti e dirigenti Udc, infatti, vuole scongiurare a tutti i costi il rischio di un assoggettamento, che avrebbe il sapore di un’annessione, al gruppo dei demitiani. Spostare di nuovo le leve del potere in territorio irpino significherebbe relegare per molti anni ancora la provincia di Caserta al ruolo di comprimario, con inevitabili ripercussioni negative sul cammino del rilancio e della crescita socio-economica.
Anche per questo il presidente Zinzi, fin dall’inizio del suo mandato, ha chiuso il capitolo della subalternità politica di Caserta, per aprire quello della dialettica da pari a pari con il centro decisionale regionale. I primi risultati amministrativi già gli hanno dato ragione, ora però la sua linea politica dovrà superare la prova del nove del congresso provinciale. Un lasciapassare indispensabile per proseguire sul terreno della centralità casertana nell’ambito più ampio della dialettica politica campana. Le condizioni per vincere la sfida ci sono tutte. A partire dal probabile candidato alla segreteria. Si tratta di Gabr
iella D’Ambrosio, vicesegretario provinciale e candidata alle ultime regionali. Ma come in ogni corsa i giochi sono sempre aperti fino al taglio del traguardo. Per cui solo domani sera si conosceranno vincitori e vinti del congresso dell’Udc.
Mario De Michele