Marco Cerreto

È approdato in Parlamento il caso, unico un Italia, della decadenza degli esponenti dell’opposizione decretata da consiglio comunale di Cesa. Lo scorso 30 novembre la maggioranza di centrosinistra ha votato all’unanimità la deliberazione per cacciare dal civico consesso Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde. La motivazione ufficiale, che però è poco convincente, risiede nelle reiterate assenze dalle sedute consiliari senza giustificazione, come prevede lo statuto dell’ente locale. Il provvedimento appare inoltre politicamente strumentale perché la contestazione delle assenze è arrivata addirittura dopo ben 15 mesi, a dimostrazione sul piano formale del fatto che la mancata partecipazione di Ferrante, Alma, Bortone e Verde non ha impedito in alcun modo il regolare svolgimento dei lavori assembleari. Stamattina alla Camera il deputato di Fratelli d’Italia Marco Cerreto ha interpellato il sottosegretario agli Interni Wanda Ferro. L’esponente del partito della Meloni ha ricostruito la vicenda ponendo l’accento su due aspetti decisivi: da un lato ha rimarcato che la mancata partecipazione all’assise è giustificata da una scelta politica aventiniana della minoranza dettata da un gestione amministrativa della maggioranza poco democratica, dall’altro ha sottolineato che l’epurazione dell’opposizione è iniziata dopo 15 mesi dalle assenze contestate, in particolare quando l’opposizione ha chiesto chiarimenti sul Puc e sull’alienazione di alcuni immobili comunali. L’onorevole Cerreto si è soffermato anche sull’aspetto prettamente giuridico. Secondo il deputato di FdI “c’è una giurisprudenza amministrativa consolidata che dà ragione ai quattro consiglieri decaduti”, citando il Tar e il Consiglio di Stato. Il sottosegretario Ferro ha assicurato che sulla vicenda c’è la massima attenzione della Prefettura di Caserta “che giorno dopo giorno seguirà gli sviluppi del caso scoppiato a Cesa”. All’indomani della cacciata dall’assise Ferrante, Alma, Bortone e Verde hanno presentato quattro distinti ricorsi al Tar della Campania per impugnare la delibera di decadenza. Prima udienza il prossimo 31gennaio. Non è escluso che i giudici amministrativi possano ribaltare tutto, colmando un vuoto normativo segnalato, nel corso dell’interpellanza, sia dal sottosegretario Ferro che dallo stesso Cerreto. Per il bene del dibattito democratico locale si spera che i quattro esponenti di Uniti per Cesa siano reintegrati. La minoranza ibrida subentrata, manu militari, ai consiglieri eletti dal popolo non sembra all’altezza del compito. Nella migliore delle ipotesi potrebbe fare il solletico al sindaco Enzo Guida e alla sua coalizione. Come si sa, il solletico provoca il riso. Già durante la prima assise con l’opposizione ibrida Guida e company si sono scompisciati dalla risate.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui