Italia Notizie è il peggiore organo di informazione del pianeta. E va bene. Mario De Michele è il più spregevole essere vivente dell’universo. Amen. Ma su Francesca Nardi keep calm e fermi tutti: è il migliore esempio di giornalismo della provincia di Caserta. Se non ha scalato i vertici dell’informazione nazionale è per la sua intransigenza, per la sua moralità, per la sua connaturata idiosincrasia a scendere a patti, per la sua cultura. Merce rara, quasi introvabile sulle bancarelle del giornalismo italico, infarcito di “perbenismo interessato, di dignità fatta di vuoto, di ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”, direbbe Guccini. È fatta di tutt’altra pasta Francesca Nardi. È la madre nobile di una generazione di giornalisti, chi riuscito meglio, come Luigi Russo, chi peggio, come Mario De Michele. È il “direttore” per antonomasia. Donna forte e mai doma, sempre intellettualmente onesta e straordinaria sul piano personale, nonostante le sue spigolature, che si apprezzano soltanto col tempo e se si possiede il dono dell’autocritica. Cronista impietosa, come dev’essere chi racconta i fatti e non le balle. Editorialista unica, grazie a una “natura benigna” che l’ha dotata di una “penna” inimitabile. Francesca Nardi è tanto altro. Racchiudere un personaggio della sua levatura in poche righe è impresa impossibile, soprattutto per me, uscito male da una delle sue covate giornalistiche. Ma la pubblicazione su Italia Notizie di suo “fondo”, apparso su Appia Polis, portale web dal lei fondato e guidato, sull’ennesimo “pasticciaccio brutto” del sindaco di Cesa Enzo Guida (link in basso), mi è propizio per parlare di Francesca con profondo affetto e ineffabile stima. Ho avuto la fortuna di “crescere” professionalmente con lei (se poi sono “cresciuto” male è solo colpa mia). Ho avuto il privilegio di conoscerla e di diventarne amico. Ho ricevuto un regalo inestimabile da quella che i greci antichi chiamavano “tyche”. Non ringrazio Francesca. Non le piacerebbe. Sarebbe piccolo-borghese per lei che un’aristocratica nel senso nietzschiano del termine. Le dico soltanto ciò che non sono mai stato in grado di dirle di persona a causa della mia incurabile ipertrofia dell’ego: “Francesca, ti voglio bene, per come eri, per come sei e per come sarai sempre”. Hasta la victoria.
Mario De Michele