Tanto tuonò che piovve. Com’era prevedibile su Orta di Atella è grandinato l’astensionismo. C’è davvero poco da festeggiare per la vittoria a tavolino di Antonino Santillo, unico candidato a sindaco. Alle urne si è recato appena il 45,79% degli elettori. Il 9% in meno rispetto alle precedenti comunali. Dalla percentuale dei votanti bisogna scremare quelli che hanno messo la croce solo sulle liste. Ne discende che il neo primo cittadino rappresenta la minoranza della popolazione. Una sconfitta cocente, figlia dell’incapacità di Santillo di infiammare la campagna elettorale, frutto della totale assenza di proposte programmatiche, conseguenza dell’ingombrante presenza di Gianfranco Piccirillo, cugino della fascia tricolore e inviso alla stragrande maggioranza della collettività per i suoi poco edificanti trascorsi politici e imprenditoriali. Piccirillo sarà il vero timoniere di Orta di Atella. La gente non lo vuole. E lo ha dimostrato disertando le urne. Un sindaco fantoccio è il peggio del peggio per il futuro dell’amministrazione comunale e della città. Il municipio sarà privatizzato. Sarà a immagine e somiglianza di Piccirillo. Chi lo ha resuscitato dalla tomba politica non potrà scagliare la prima pietra quando le cose andranno male. Chi ha messo le basi all’ennesima mala gestione dell’ente meriterà la gogna. Chi è stato miope come una talpa sarà il primo responsabile di quella che si preannuncia un’altra stagione buia. Orta di Atella esce listata a lutto dal voto. Santillo e Piccirillo brinderanno alla faccia dei cittadini. Si torna al passato. Si ripiomba negli anni dei soldi facili. Si depreda, ancora una volta, il futuro. Cin cin.