Il decreto carceri si configura come l’ennesima occasione persa. Un sovraffollamento al 130%, 49 suicidi da inizio anno, strutture fatiscenti, disagio psichico fuori controllo, carenza di personale medico e amministrativo. Alcune misure, come la libertà anticipata e il reinserimento sociale, vanno nella direzione giusta, ma la situazione è talmente grave che si corre il rischio di curare un malato terminale con un blando antibiotico. La definizione di Nordio, che ha descritto il decreto come “un provvedimento di umanizzazione carceraria”, è un pericoloso ossimoro per un sistema carcerario che è diventato il luogo della violenza e dell’emarginazione. Servono riforme concrete: non bastano le belle parole e le aperture di speranza. Sono necessari indulto e amnistia, depenalizzazione di alcuni reati, eliminazione del carcere per i detenuti in attesa di giudizio che non siano realmente socialmente pericolosi, abolizione degli istituti penali minorili e divieto di permanenza dei bambini negli istituti a custodia attenuata, potenziamento dei servizi di assistenza di psichiatri e psicologi. Il resto è, come al solito, un prendere tempo in attesa di tempi migliori. Il problema è che nell’attesa le carceri scoppiano e i suicidi non si fermano”. Lo dichiara in una nota Filippo Blengino, tesoriere dei Radicali Italiani.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui