Voce roca, sguardo nel vuoto, frasi sconnesse, rigidità nei movimenti. La performance dell’81/enne Joe Biden al primo duello tv contro Donald Trump è stato un “disastro”, uno “spettacolo doloroso”, tanto da oscurare le numerose bugie del suo rivale e gettare nel panico i democratici, costringendoli ad interrogarsi sull’opportunità di cercare un’alternativa in quella che sarebbe una corsa contro il tempo in una convention aperta senza precedenti. In un editoriale dal titolo ‘Per servire il suo Paese, il presidente Biden dovrebbe lasciare la corsa’, il board del New York Times ha chiesto al presidente di ritirarsi. Ma l’unico che può spianare questa strada è lui, il vecchio Joe, il quale per ora tuttavia non sembra intenzionato a farsi da parte, nonostante gli appelli sui media di esperti ed opinionisti autorevoli. “Intendo vincere queste elezioni”, ha messo in chiaro tenendo l’indomani un comizio in North Carolina. “Non dibatto bene come un tempo – ha ammesso – ma so come fare questo lavoro”, ha assicurato, ammonendo che “quando vai a terra ti rialzi”. “So che non sono giovane ma so dire la verità”, ha continuato attaccando nuovamente il tycoon per le sue menzogne. “Serate di dibattito negative capitano, credetemi ne so qualcosa. Ma questa elezione è ancora una scelta fra qualcuno che si è battuto per la gente ordinaria per tutta la sua vita e qualcuno che pensa solo a sé stesso. Fra qualcuno che dice la verità, che sa quello che è giusto e sbagliato, e qualcuno che mente in cerca di benefici. La notte scorsa non ha cambiato questo. La posta in gioco a novembre è alta”. Lo ha detto Barack Obama in una nota a sostegno di Joe Biden dopo il deludente dibattito contro Donald Trump. L’orgoglioso e testardo Biden quindi non getta la spugna. Lo aveva fatto capire subito anche la sua campagna, annunciando che non abbandonerà la corsa e che è impegnato ad affrontare il secondo duello tv di settembre. “Non c’è alcuna base perché lasci, non c’è alcuna indicazione di questo tipo dalla base”, ha spiegato lo staff. Ma è la stessa campagna che lo ha mandato allo sbaraglio in quelle condizioni dopo averlo ‘allenato’ per una settimana nel ritiro di Camp David, spiegando peraltro la voce bassa con un raffreddore solo a metà dibattito, quando ormai la frittata era fatta. E che ora sta correndo ai ripari chiamando donatori ed elettori, insistendo sui momenti positivi di un dibattito che comunque non sposterebbe una grossa percentuale di voti. I vertici del partito e gli eletti cercano di fare quadrato, almeno ufficialmente. Lo difendono la sua vice Kamala Harris, i leader dem di Camera e Senato, l’ex speaker Nancy Pelosi. Ma privatamente dirigenti, operativi (e una fetta della base) pensano che l’imbarazzante performance del presidente ipotechi la vittoria del tycoon, già in vantaggio nei sondaggi sia a livello nazionale che in sei dei sette Stati chiave in bilico. E discutono della possibilità di cambiare cavallo. Ma avendo già stravinto le primarie, dovrebbe essere Biden stesso a fare un passo indietro, eventualmente convinto dalla moglie Jill e dal suo entourage più stretto. A questo punto in agosto a Chicago si aprirebbe lo scenario di una ‘brokered’ convention, dove i delegati – impegnati ma non vincolati – potrebbero votare un altro candidato tra quelli che si farebbero avanti in queste poche settimane. La prima erede al trono è la vice Kamala Harris, che però è meno popolare di Biden. La lista dei possibili sostituti comprende vari governatori, da Gavin Newsom (California) a J.B Pritzker (Illinois) e Gretchen Whitmer (Michigan), anche se resta la suggestione di Michelle Obama (con tanto di hashtag sulla rete), che finora ha sempre respinto ogni tentazione. Biden potrebbe fare il kingmaker della situazione. Trump resta convinto che il suo avversario resterà il ‘crooked Joe’ e già canta vittoria. Una vittoria certificata anche dal sondaggio flash della Cnn tra i telespettatori (per il 67% ha vinto il tycoon) e che spinge il suo social Truth in Borsa (+5%). L’ex presidente incassa anche alcune sentenze favorevoli della Corte suprema, dalla riduzione dei poteri delle agenzie federali alla limitazione dell’accusa di ostruzione nell’assalto a Capitol Hill per gli assalitori (ma ne trarrà beneficio anche lui), mentre lunedì è attesa la decisione sull’immunità presidenziale che ha invocato nei processi pendenti. Anche i repubblicani cavalcano la debacle di Biden: lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson ha affermato che il governo dovrebbe discutere l’ipotesi di invocare il 25/mo emendamento che consente di rimuovere un presidente, con la maggioranza dei voti dei suoi ministri, per incapacità, fisica o mentale. Un emendamento che finora era stato evocato solo per Trump. Secondo un sondaggio della Cnn condotto da SSRS tra gli osservatori del dibattito, circa 8 elettori registrati su 10 (l’81%) che hanno assistito al dibattito in tv tra Joe Biden e Donald Trump affermano che non ha avuto alcun effetto sulla loro scelta presidenziale. Un altro 14% – sottolinea il sito americano – ha affermato che li ha fatti riflettere ma senza far loro cambiare idea, mentre il 5% ha affermato che ha cambiato opinione su chi votare. Le opinioni dopo il dibattito su Biden sono leggermente calate: solo il 31% lo vedeva favorevolmente rispetto al 37% di un sondaggio degli stessi elettori condotto prima del duello tv. Al contrario, il 43% vedeva Trump favorevolmente, in linea con il 40% prima dell’evento di ieri notte. E il 48% degli osservatori del dibattito afferma che Trump ha affrontato meglio le preoccupazioni sulla sua capacità di gestire la presidenza, con il 23% che ritiene che Biden abbia fatto un lavoro migliore e il 22% che nessuno dei due candidati lo abbia fatto. I risultati del sondaggio – precisa la Cnn – riflettono le opinioni del dibattito solo tra quegli elettori che si sono sintonizzati e non sono rappresentativi delle opinioni dell’intero pubblico votante – per quanto riguarda i loro dati demografici, le loro preferenze politiche o il livello di attenzione che prestano alla politica.

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