“Il governo è pronto” assicura Marine Le Pen, leader del Rassemblement National (Rn), a 5 giorni dal ballottaggio delle legislative con il suo partito ampiamente in testa al primo turno. Lei, ha puntualizzato ai microfoni di France Inter, non sarà fra i ministri. “Questo governo – ha detto – sarà completo, competente, costituito da persone che hanno partecipato con noi” alle elezioni. “Non possiamo accettare di andare al governo se non possiamo agire”, ha ribadito la leader, tornando sull’eventualità che sembrava scartata nelle ultime ore di accettare soltanto un incarico nel caso di maggioranza assoluta del Rn. Le Pen non auspica che il suo partito governi “se non si può cambiare la politica in corso” e se si tratta “di andare al governo unicamente per essere seduti su una poltrona di ministro”. Ma “noi vogliamo andarci, vogliamo governare”. Marine Le Pen ha poi precisato che, personalmente, non farà parte del governo, né sarà presidente dell’Assemblée Nationale, ma continuerà a guidare il gruppo dei deputati Rn in Parlamento. La leader di Rn ha anche denunciato un “colpo di stato amministrativo” dei macronisti che starebbero, secondo le sue affermazioni, procedendo a un’ondata di nomine prima di un’eventuale coabitazione, in particolare alla guida della polizia e della gendarmeria nazionali. “Sembra che il presidente stia pensando di nominare domani, cioè a 4 giorni dal secondo turno, il direttore generale della polizia nazionale, che avrebbe dovuto restare in carica fino alla fine delle Olimpiadi, e il direttore della gendarmeria nazionale” ha detto la Le Pen ai microfoni di France Inter. Secondo Le Pen, “l’obiettivo” delle nomine affrettate sarebbe “di impedire a Jordan Bardella di governare il paese come vorrebbe” se il Rn conquistasse domenica la maggioranza al ballottaggio delle legislative. “E’ una forma di colpo di stato amministrativo”, aggiungendo di sperare “che tutto ciò faccia parte soltanto delle voci”. “Per gente che dà lezioni di democrazia alla Terra intera, è quanto meno sorprendente agire in questo modo”, ha aggiunto. “In quel caso – ha osservato – non avrebbe dovuto sciogliere il Parlamento”. E’ giunto questa mattina a 190 il numero delle desistenze anti-Rn di candidati delle “triangolari” in vista del ballottaggio delle legislative francesi, domenica prossima. Secondo un conteggio di Le Monde, questa mattina sono 123 i candidati della gauche e 64 della maggioranza che – arrivati al terzo posto – hanno ritirato la propria candidatura per far convergere i voti sull’oppositore del rappresentante dell’estrema destra con più possibilità di vincere. La chiusura delle candidature è prevista per oggi alle 18. Le triangolari previste sono 306, alle quali si aggiungono 3 quadrangolari ma il numero è destinato a diminuire dopo il conteggio finale delle desistenze per sbarrare la strada al Rassemblement National. I dirigenti della France Insoumise, partito di sinistra che fa parte della coalizione del Nuovo Fronte Popolare (Nfp) “governeranno solo per applicare il suo programma, soltanto il suo programma”: lo ha detto il coordinatore del partito, creato da Jean-Luc Mélenchon, Manuel Bompard, interrogato da Bfmtv, ha risposto così alla proposta di una ”Assemblea plurale” lanciata dal premier macroniano uscente, Gabriel Attal. Il deputato dell’Lfi esclude l’idea di una “grande coalizione” se nessuna maggioranza assoluta dovesse disegnarsi all’indomani del secondo turno delle elezioni politiche anticipate di domenica. La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, accusa Emmanuel Macron di essere “responsabile di questo caos” e ritiene che la dissoluzione dell’Assemblea Nazionale annunciata dal presidente dopo la sconfitta del suo campo alle elezioni europee del 9 giugno sia stato “un colpo di follia”. Per la sindaca socialista, tuttavia, “i giochi non sono ancora fatti”. “Ora ‘bisogna fare di tutto per evitare che il RN ottenga una maggioranza all’Assemblea” nel secondo turno elettorale di domenica, avverte su France 2, mettendo in guardia sull’avvento dell’estrema destra di Marine Le Pen che “attacca le donne, le minoranze e gli stranieri”. Ma “semina anche il caos con un’economia ultraliberale”. Come gran parte della sinistra, Hidalgo chiede “la desistenza dei candidati arrivati in terza posizione per bloccare il Rassemblement National. Abbiamo esempi in Italia e in Argentina”, aggiunge la sindaca, invitando a votare per un candidato della “destra moderata o della gauche”. ”Smettiamola di girarci intorno. Il Rassemblement National è un pericolo per la Repubblica. Rimettere in discussione la lealtà dei cittadini francesi con doppio passaporto è ributtante. Tornare sullo ius soli per lo ius sanguinis è un insulto al nostro spirito universale”: lo scrive in un messaggio pubblicato su X il ministro francese dell’Economia e numero due del governo macronista, Bruno Le Maire. Il ministro invita ”a fare il conto” di tutti quei cittadini con doppio passaporto, ad esempio francese ed italiano, di cui ”in questo modo avremmo perso il contributo alla grandezza della Francia”. ”Non un solo voto deve andare al Rassemblement National”, avverte Le Maire a meno di una settimana delle elezioni politiche anticipate del 7 luglio che vedono l’estrema destra lepenista col vento in poppa.