In meno di 10 anni Casapesenna si è trasformata da città dei clan a città modello di sviluppo economico, sociale e culturale. L’inversione di rotta è iniziata con l’avvento dell’amministrazione guidata dal sindaco Marcello De Rosa. Tanti i provvedimenti simbolo: dall’ordinanza di demolizione della abitazione della famiglia del superboss Michele Zagaria al riuso dei beni confiscati alla camorra, alla nascita della zona Pip, fino alla realizzazione di un parco sulle ceneri del bunker dove si nascondeva l’ex primula rossa dei Casalesi. Il parco sarà inaugurato in autunno. Sotto c’era stato per anni il rifugio clandestino di Zagaria, ora c’è un’area pubblica con murales contro la criminalità organizzata e un albero della speranza. Una struttura che rappresenta la chiusura del cerchio per la squadra di governo capitanata da De Rosa. In meno di un decennio il primo cittadino ha lasciato un segno indelebile nella storia di Casapesenna. Prima del suo insediamento la città era in mano alle cosche. La camorra spadroneggiava mentre gli amministratori locali volgevano lo sguardo da un’altra parte. Oggi, dopo la cura De Rosa, il paese un tempo roccaforte dei clan è diventato un paese simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Il sindaco ci ha messo la faccia e la vita. Quando per la prima volta ha indossato la fascia tricolore la criminalità organizzata ancora molto radicata e vigeva la cultura dell’illegalità. Senza paura De Rosa si è rimboccato le maniche e già durante il suo primo mandato ha rivoltato Casapesenna come un calzino trasformandola finalmente in una città “normale”. La stella polare del sindaco e del suo dream team è sempre stata la legalità, declinata in tutte le sue forme, dalla trasparenza amministrativa alla crescita socio-economica fino ad imprimere un cambio radicale di mentalità. Gli atti adottati da De Rosa e company sono la prova del nove di una gestione della cosa pubblica imperniata sul rispetto delle regole e sulla guerra aperta alla camorra. I risultati sono tangibili e sotto gli occhi di tutti. Basta farsi un giro dentro Casapesenna per toccare con mano la rivoluzione copernicana di De Rosa. L’ultimo obiettivo centrato in pieno è il parco della speranza, sorto sulle macerie del bunker di Zagaria. Un modo emblematico per dire: “Lo Stato ha vinto, lo Stato è più forte delle cosche”. Il sindaco non può che essere entusiasta: “Dopo le macerie la ricostruzione, dopo decenni di dominio della camorra la presenza dello Stato con l’affermazione della legalità”. Il parco – aggiunge De Rosa – è l’ennesima dimostrazione che Casapesenna non è più nelle mani della criminalità organizzata ma dei cittadini onesti e perbene che hanno contribuito alla rinascita del territorio”. Per tutto quello che ha messo in campo e ha realizzato il sindaco avrebbe meritato applausi scroscianti o almeno un semplice “grazie”. Invece, nonostante un’azione amministrativa sempre nel segno della legalità, De Rosa è finito nel tritacarne dei professionisti dell’antimafia. Quella zona grigia popolata da ignobili personaggi che “sfruttando” la lotta anticamorra sono dei finti paladini della legalità, animati esclusivamente dalla spasmodica voglia di fare affari sui beni confiscati e di fare carriera politica attraverso la demolizione di chi, come De Rosa, si è concretamente impegnato per la rinascita di Casapesenna. Contro il primo cittadino sono stati orditi indegni complotti ed è stata attuata una vergognosa strategia per imbrattare la sua immagine. L’obiettivo dichiarato dei professionisti dell’antimafia era quello di colpire De Rosa in ogni modo, anche quelli più indecenti, con l’accensione della macchina del fango. Non sono mancati tentativi squallidi di farlo arrestare, non si è fatta attendere la campagna mediatica per farlo apparire peggio dei camorristi. Solo uno come De Rosa, onesto e pulito, sarebbe riuscito a rimanere in piedi, a non farsi intimorire, a continuare a lottare per la legalità. Lui non è assimilabile a quella classe dirigente che si autoalimenta foraggiandosi di posti negli enti strumentali e di redditizi incarichi a spese della collettività. De Rosa è di un’altra pasta. Intende la politica come servizio ai cittadini. Considera la guerra ai clan un dovere istituzionale. Si facciano una ragione i suoi detrattori pubblici e quelli che navigano sott’acqua. Il sindaco di Casapesenna non cambierà mai. Per lui la legalità si pratica, non si predica. Per lui la lotta alla camorra si vince con atti amministrativi concreti. Colpire i simboli del predominio di Michele Zagaria è l’unico modo per riscattare un popolo per troppi anni in balia delle cosche. Il parco della speranza è l’ennesimo esempio della vittoria delle istituzioni. È l’ennesimo round a favore del sindaco. È l’unico modo per riportare i cittadini di Casapesenna a respirare aria pulita. Marcello De Rosa lo sa. E andrà avanti sempre nell’interesse della popolazione. Per buona pace dei professionisti dell’antimafia. Amen.

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