Il rischio è alto. Altissimo. L’amministrazione comunale di Orta di Atella può trasformarsi dalla banda degli onesti (così si autodefiniscono gli attuali governanti) alla banda degli abusivi (così dicono atti e fatti). Dopo il caso Marilena Belardo, che vede l’assessore destinataria di un’ordinanza di abbattimento della propria abitazione per numerose e gravi difformità urbanistiche, il prossimo esponente della giunta targata Vincenzo Gaudino a finire stritolato nella rete dei controlli è il vicesindaco Vincenzo Tosti. Nei giorni scorsi carabinieri e vigili urbani hanno effettuato un blitz (foto in basso) presso il palazzo in via Bachelet dove vive il numero due dell’esecutivo. Da quanto si apprende anche l’immobile dove risiede il braccio destro del primo cittadino presenterebbe rilevanti irregolarità. Si dice addirittura che sia stato realizzato qualche appartamento in più rispetto a quelli previsti dalla concessione edilizia. Il sottotetto, ad esempio, è stato trasformato in abitazione. Qui ci vive proprio Tosti. Tra le illegittimità figurerebbero anche il mancato rispetto della normativa antincendio e il taroccamento dell’impianto idrico con allacci abusivi alla rete pubblica, come avrebbero scoperto i militari dell’Arma e i caschi bianchi durante il sopralluogo. Le forze dell’ordine avrebbero già adottato le prime misure di sicurezza disponendo l’interdizione all’utilizzo dei garage. Se il reato di abusivismo edilizio fosse confermato da un’ordinanza dell’Utc, che secondo i bene informati dovrebbe arrivare a breve, anche Tosti si troverebbe nella stessa situazione della Belardo. Cioè dovrebbe ricorrere al Tar contro il provvedimento adottato dal Comune per evitare che diventi esecutivo con il conseguente abbattimento delle opere irregolari o nella migliore delle ipotesi con l’acquisizione della struttura al patrimonio comunale. Ma proprio come la Belardo anche Tosti, in caso di ricorso, dovrebbe dimettersi dalla giunta per sopravvenuta incompatibilità (sarebbe in contenzioso con l’ente). La legge prevede la decadenza. O bere o affogare, quindi. È inutile rimarcare che uno scenario del genere produrrebbe una scia sismica dalle proporzioni disastrose per l’intera maggioranza. Ad uscirne distrutto sarebbe il collettivo Città Visibile, di cui sono esponenti di spicco sia Tosti che Belardo. Ma ovviamente un’altra ordinanza di abbattimento che colpirebbe un membro della giunta avrebbe, come già detto, ripercussioni ben più ampie su tutta l’amministrazione comunale di centrosinistra. Per restare a galla ad ogni costo (lui è bravo a camminare sull’acqua) Gaudino sarebbe costretto a mettere mano al rimpasto dell’esecutivo con tutte le conseguenze del caso. I Democratici e Riformisti rialzerebbero la cresta per procacciarsi quante più poltrone possibili. Il Movimento per Orta potrebbe passare all’opposizione non garantendo nemmeno più l’appoggio esterno. Insomma, se scoppiasse anche il caso Tosti il centrosinistra sarebbe al centro di uno tsunami. E il futuro non fa presagire nulla di buono. Altri esponenti della maggioranza sono alle prese, direttamente o per via familiare, con guai urbanistici. Gli esposti fioccano. E i controlli pure. Da qui a poco potrebbero configurarsi altre situazioni simili a quelle di Tosti e Belardo. Sarebbe un colpo di mannaia letale. Anche perché in queste condizioni Gaudino per far approvare il Puc dovrebbe combattere come in Matrix. Ma il sindaco non ha il fisico di Keanu Reeves.

Mario De Michele


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