La Fabulae Atellanae? Macché. Molto più divertente. Basta un giretto a Sant’Arpino per “apprezzare” le soluzioni fai-da-te adottate dagli amministratori locali per risolvere problemi quotidiani. All’ingresso della città il parco giochi è puntualmente off-limits. Domanda: le famiglie dove devono portare i bambini? Risposta immaginaria del sindaco Ernesto Di Mattia e company: “Dove vi pare ma non al parco!”. Provvedimento concreto: lucchetto ai cancelli. Decisionismo. Ci addentriamo lungo via De Gasperi e ci scappa un applauso scrosciante mentre guardiamo col sorriso sulle labbra “un’installazione” di arte contemporanea. Si tratta di un’opera dal valore artistico inestimabile. Una porzione di barricata di plastica di quelle utilizzate per impedire l’accesso alle auto svolge una funzione molto più originale: copre una voragine che da giorni e giorni si è aperta nella sede stradale. Le “installazioni” geniali non finiscono qui. Sant’Arpino è un museo all’aperto. Se si segue il percorso giusto si ha la fortuna di imbattersi in un lampione della pubblica illuminazione acceso in pieno giorno. Chapeau. Ora si capisce perché l’ultimo intervento straordinario è costato circa 20mila euro. Sul territorio comunale sono disseminate altre opere d’arte. La fanno da padrone i pali di luce scarnificati sino al metallo. Pali dell’alta tensione che mostrano, con un tocco d’autore, le loro viscere. A pochi passi dall’istituto omnicomprensivo si può ammirare un tombino. Ora è riempito con materiale di ogni genere ma fino a pochi giorni fa era scoperto. Più di un bambino c’è finito dentro riportando contusioni e sfottò. Chi è il direttore artistico di questo magnifico museo a cielo aperto? Ovviamente lei: l’inarrivabile Loredana Di Monte. All’assessore all’Arredo urbano non piacciono soluzioni di comodo. È uno spirito libero e donna brillante. Da qui l’idea di intervenire artisticamente. E perché no? Magari allestire un Festival degli orrori. Sarebbe un successo al botteghino.
Mario De Michele
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