Prima gli arrivi ufficiali. Oggi il via. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli è arrivato ieri al Mann, il museo archeologico nazionale di Napoli, per accogliere la delegazione dei ministri che prenderanno parte al vertice del G7 della Cultura. I primi ad arrivare sono stati Rachida Dati (Francia), Claudia Roth (Germania), Lisa Nandy (Regno Unito), Lee Satterfield (USA), Pascal St-Onge (Canada) e Masahito Moriyama (Giappone). Il ministro giapponese è l’unico uomo del gruppo, assieme al nostro Giuli, a far parte della lista dei partecipanti al G7. «L’Italia crede che, soprattutto in questa epoca, la cultura sia un pilastro centrale della convivenza civile, un formidabile strumento di comprensione reciproca e di confronto, un antidoto a ogni forma di discriminazione ed estremismo, un formidabile volano di sviluppo sostenibile». Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, in apertura del G7 Cultura a Napoli. «Stiamo vivendo una trasformazione storica: le applicazioni dell’IA aprono nuovi orizzonti e producono benefici indiscutibili per il sistema culturale. Grazie a loro, è infinitamente più agevole decifrare il contenuto di testi antichi. O svolgere ricerche investigative su opere d’arte rubate e commercializzate online. Ma è indubbio che l’utilizzo senza regole dell’intelligenza artificiale pone seri interrogativi di natura etica e produce impatti devastanti sul piano economico e sociale». Continua Giuli: «Le nostre nazioni sono leader in questa trasformazione ed è fondamentale che il G7 trovi convergenze sugli strumenti e le modalità più opportune per governare gli effetti dell’intelligenza artificiale sulle industrie culturali e creative – ha sottolineato – Noi crediamo che il processo di sviluppo di questa tecnologia debba mettere al centro l’individuo, i suoi diritti, la sua creatività».

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