Non sono bastate due settimane per chiudere il cerchio attorno alla nuova giunta di Aversa. Tempi lunghi ma non lunghissimi. La cerimonia di proclamazione del sindaco Franco Matacena si è svolta il 28 giugno. Nemmeno 10 giorni fa. L’elemento allarmante non è la tempistica ma l’atteggiamento di una parte della maggioranza. In campagna elettorale la coalizione civica ha ripetuto come un mantra che il collante del maxi raggruppamento non era vincere a ogni costo: “Non siamo un cartello, abbiamo sottoscritto un programma condiviso e siamo un team coeso che pensa al bene della città”. Al primo battesimo del fuoco, la formazione dell’esecutivo, emergono le prime scottature. Base di partenza: una poltrona ogni due consiglieri. Ma Noi Aversani è poco incline al gioco di squadra. Al primo incontro tra gli alleati il leader Francesco Sagliocco ha detto senza giri di parole: “A noi spettano due assessorati”. All’ultimo vertice la musica non è cambiata nemmeno di una nota: “A noi spettano due assessorati”. Per carità, in sede di trattative ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Ma, seppur giovane, Sagliocco dovrebbe sapere che la politica è l’arte del possibile. Pretendere due posti in giunta a fronte di tre consiglieri eletti sconfina nell’impossibile pure sfogliando tutte le pagine del manuale Cencelli. Le urne hanno decretato la netta vittoria di Aversa Moderata che porta in assise cinque membri, tra cui Giovanni Innocenti, il più votato in assoluto con quasi mille preferenze. Non c’è discussione sull’assegnazione della presidenza del consiglio. Si potrebbe eccepire che i Moderati normanni hanno chiesto anche due assessorati, quindi con cinque eletti vorrebbero coprire tre caselle. Proposta indecente? No, manuale Cencelli alla mano. Possono contare infatti sul quoziente elettorale più alto, a differenza di Noi Aversani. La partita più ostica si gioca tra sagliocchiani e Il Centro x Aversa: tre eletti a uno. Qui i numeri non aiutano. Ai primi spetterebbe un assessore e mezzo, alla lista di Raffaele De Gaetano mezzo posto nell’esecutivo. Come incastrare i tasselli? Qui dovrebbe intervenire la sensibilità politica. È giusto tenere fuori dalla giunta una delle forze che ha contribuito, seppure in maniera minore, alla vittoria? Basterebbe un pizzico di buonsenso: si inizia con tutti dentro, al giro di boa via al turn over. Ma Sagliocco è un disco rotto: “A noi spettano due assessorati”. L’impuntatura di Noi Aversani non è l’unica pietra d’inciampo. C’è il problema quote rosa. Il vicesindaco è stato assegnato ex ante ad Alfonso Oliva (Aversa Italia). In quota Immagina Aversa entrerà Orlando De Cristofaro (Urbanistica). Anche Aversa Azzurra punta su un maschio: Luigi Dello Vicario, che consentirebbe l’ingresso in assise di Stefano Di Grazia. Ad Aversa Moderata non può essere imposto di indicare due donne. Servirebbe una robusta motivazione politica che al momento non c’è. E Noi Aversani si vuole riservare un posto maschile per l’eventuale avvento in giunta dello stesso Sagliocco. Troppi maschi, poche donne. Un altro segnale molto preoccupante. Perché il gentil sesso dovrebbe essere considerato una soluzione meno valida? C’è puzza di maschilismo politico.

Franco Matacena e Olga Diana

In quota rosa l’unica praticamente certa è Olga Diana, consigliere di Aversa Moderata che dimettendosi consentirebbe a Genny Marino di entrare in assise. Chance anche per la “noiaversana” Federica Turco. Ma il suo destino dipenderà da quanti assessori strapperà il suo gruppo e dalle ambizioni di Sagliocco di far parte o meno del team di governo. Lo stallo in maggioranza fa il gioco di Matacena. Il primo cittadino partecipa agli interpartitici senza forzare la mano. I gruppi politici si sono stesi sulla graticola e lui li sta facendo cuocere a fuoco lento. Poi sferrerà il suo attacco. Se entro il 10 luglio la maggioranza non uscirà dal guado il sindaco prenderà in mano il bandolo della matassa e nominerà assessori e assegnerà le deleghe sintetizzando le posizioni emerse fino a quel momento. Uno scenario del genere farebbe salire alle stelle le quotazioni di Mariano D’Amore, tecnico che Matacena vorrebbe in campo per affidargli Bilancio e Finanze. D’Amore potrebbe vestire la casacca de Il Centro x Aversa. Ergo, Noi Aversani dovrebbe accontentarsi di un solo assessorato. E sarà sfida tra Sagliocco e Turco. Sicuramente meglio la seconda.

Michele Ferrara

Sul versante del centrodestra si registra un’uscita pubblica da comiche finali. Da fare invidia a Stanlio e Ollio e Totò e Peppino messi assieme. I redivivi Michele Galluccio (Forza Aversa), Elia Barbato (Farinaro Sindaco), Michele Ferrara (Fratelli d’Italia) e Angelo Lettera (Noi Moderati) hanno dichiarato: “Condividiamo l’impostazione di Matacena di costituzione di un esecutivo tecnico di alto profilo”. Uno: il sindaco non ascolterebbe mai siffatti suggeritori, anche perché dopo la sconfitta elettorale qualcuno dubita della sopravvivenza dei quattro big(?). Due: Aversa ha già dato in termini di esecutivi tecnici composti da pseudo-professoroni che per raggiungere Savignano o il Borgo attivavano il navigatore. Alla città serve un governo politico. C’è bisogno di assessori che conoscono il territorio e che sono a contatto con i cittadini. Un esecutivo “ex cathedra” sarebbe un altro disastro. Per non tacere che in molti casi dietro alle cattedre si arriva per “grazia ricevuta” e non per meriti accademici. Un consiglio a Michele Galluccio, Elia Barbato, Michele Ferrara e Angelo Lettera per non fare brutte figure in futuro: contate almeno fino a dieci prima di dispensare amenità. Ecco perché Antonio Farinaro era sconfitto in partenza. Con questi leader(?) alle spalle l’avvocato ha compiuto un miracolo andando al ballottaggio.

Mario De Michele

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