Una riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie. E’ l’ultima iniziativa di Fratelli d’Italia per provare — d’intesa col governo — a controllare l’informazione secondo quanto anticipato da La Repubblica. Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura ed Editoria ed esponente di FdI difende «La classe dirigente che tutti denigrano », che dice «è quella che ha fondato il partito e in dieci anni l’ha portato, grazie soprattutto a Giorgia Meloni, a essere la prima forza del Paese. Bisogna piantarla con questa mistificazione». Frutto, secondo il deputato, della «deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa». E, ancora, nel suo sfogo Mollicone sottolinea che «Non è possibile che solo per fare clickbaiting, ossia per monetizzare i contatti sui siti, si costruisca un titolo-gancio e si finisca per criminalizzare, se non ridicolizzare, le libere opinioni”. “Così se la collega Mennuni sostiene che la maternità deve tornare a essere cool fra le giovani donne diventa un mostro e se io spiego che i programmi dedicati ai minori devono essere visionati prima, mi si fa passare per censore. Per non dire del vizio di estrapolare qualche parola dal contesto — com’è successo al ministro Lollobrigida sulla sostituzione etnica — per menare scandalo». Il parlamentare annuncia che «È in corso la discussione sul Tusmar per la regolamentazione dei media, nel quale affronteremo la grande questione delle piattaforme digitali. Il fatto è che la stampa è in crisi e per incrementare l’audience fa spesso wild social, social selvaggio, per cui sui portali dei maggiori quotidiani che dovrebbero essere fonti autorevoli si trovano contenuti spesso farlocchi quando non smaccatamente pubblicitari» E annuncia: “bisogna tutelare la credibilità delle fonti, un tema che dovrebbe interessare anche gli editori». Come? «Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news. Serve una seria riforma dell’editoria, che è quella su cui ci stiamo applicando», insiste Mollicone, «per difendere l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni». Un annuncio, quello di Mollicone, che scatena le polemiche dell’opposizione. Ma Mollicone tranquillizza: La riforma dell’editoria in Parlamento per condividerla. La libertà di stampa è sacra. Da Repubblica titolo sensazionalistico. “La notizia riportata oggi dal quotidiano La Repubblica, secondo la quale sarebbe allo studio una ‘nuova legge bavaglio’, è priva di fondamento. Il deputato Mollicone ha già chiarito che le sue parole sono state totalmente distorte, come troppo spesso accade al quotidiano militante della sinistra più ideologizzata. Non è infatti alla studio alcuna proposta di legge di Fratelli d’Italia che intenda limitare la libertà di espressione o di stampa. Questa è notoriamente una specialità della sinistra”. È quanto si legge in una nota di Fratelli d’Italia alla Camera. “Non c’è alcun dubbio la destra meloniana sta preparando la svolta autoritaria avendo come modello Orban. Non basta Telemeloni, non bastano le bugie contro i presunti ‘poteri forti’ che sarebbero contro il governo e del quale nessuno sa chi siano, non basta la Legge Bavaglio per impedire agli organi di stampa di pubblicare gli atti delle inchieste, ora il centrodestra vuole ripristinare il MinCulPop di stampo fascista dando la possibilitá al Governo di selezionare e bloccare le notizie sul web che sono contro la ‘Comunitá della destra’, come l’ha definita il presidente della Commissione Cultura ed Editoria Mollicone.” Lo afferma il deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che prosegue: “Ancora una volta questa maggioranza al potere, votata dalla minoranza degli elettori, crede di essere la proprietaria dello Stato Italiano e chiede di censurare e mettere a tacere tutte le voci dissidenti dalla linea di governo. Informiamo Mollicone che la nostra democrazia non è disponibile alle derive censorie e autoritarie progettate da questo centrodestra e che ci opporremo con ogni mezzo al controllo dell’informazione e continueremo, come sempre, a criticare gli atti degli esponenti di centrodestra e le azioni del Governo che vanno contro gli interessi degli italiani. Giorgia Meloni, invece di parlare a vanvera di poteri forti, risponda delle azioni dei vari Pozzolo, Delmastro, Donzelli, Sgarbi, Santanchè e Salvini che evidenziano un quadro preoccupante di cattiva gestione e di comportamenti inappropriati all’interno del governo e della maggioranza”, conclude. “Le notizie certificate per legge? La proposta del presidente della commissione cultura della Camera, Federico Mollicone di Fdi, va respinta al mittente”. Lo afferma Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico. “Non siamo al Minculpop, al ministero della propaganda fascista. Nelle democrazie moderne – prosegue – il pluralismo garantisce la libera informazione ed esistono leggi e codici per garantire deontologia e correttezza dell’informazione. Nessun bollino blu che puzza di censura. Dopo l’emendamento-bavaglio che impedisce di pubblicare gli atti delle inchieste e la stretta sulle intercettazioni la sparano così grossa che sono senza vergogna. Le fake news e la manipolazione che corre su internet sono questioni che non vanno sottovalutate e vanno affrontate in sede parlamentare. Se la maggioranza di governo punta a controllare i media, troverà la nostra più forte opposizione”. “L’ultima trovata di Fratelli d’Italia per provare a controllare l’informazione, è sbagliata nelle premesse e negli obiettivi. Una cosa è combattere seriamente il fenomeno della disinformazione e delle fake news, altra cosa è partire dal presupposto che ci sia un disegno volto a “criminalizzare la destra”, come dice l’alfiere minore meloniano Federico Mollicone, per giustificare un intervento sull’editoria e sulla stampa. Con queste premesse una riforma dell’editoria che certifichi la veridicità delle notizie, come paventata da Mollicone, è roba da Minculpop. Quando si scaglia contro la “deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa” dovrebbe guardare a certi articoli e servizi TV vicini alla loro area politica: Mollicone e tutta Fratelli d’Italia scoprirebbero quanto male fanno all’informazione e alla democrazia certe mistificazioni e la propaganda di cui governo e maggioranza sono ormai professionisti assoluti”. Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato. “Tranquillizzo i miei colleghi dell’opposizione: nessun bavaglio per nessuno. La libertà di stampa è sacra, la abbiamo sempre difesa, e continuerà ad esserlo. Della riforma dell’editoria si parla da anni, compresa la riforma del Fondo per il pluralismo, e tutti la invocano. L’idea è quella che, dal confronto con le categorie dei giornalisti e degli editori, possa partire dal Parlamento, proprio per essere frutto di confronto con tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione. Esattamente il contrario di quello che ha prospettato Repubblica con quel titolo”. Lo afferma il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, in merito ad un articolo apparso oggi su Repubblica dal titolo ‘Fdi vuole in altro bavaglio. Notizie certificate per legge” e alle polemiche degli esponenti dell’opposizione. “Il titolo di Repubblica e alcuni incisi non presenti nel testo originale dell’intervista – prosegue – inquietano e dimostrano quello che ho denunciato: la criminalizzazione di ogni opinione da parte di alcuni giornali. Infine il tema del giornalismo da click baiting si riverbera anche nella discussione che faremo sul correttivo del Tusmar, e rappresenta un tema tipicamente parlamentare. Comprendo che stia iniziando la campagna elettorale, ma invito tutti ad un confronto sereno nel merito dei temi parlamentari senza falsificazioni delle nostre proposte”.