Gli italiani guardano con timore e diffidenza al 2012: quasi uno su due (48%) ritiene che la situazione economica del Belpaese sia pessima e il 36% si aspetta un ulteriore peggioramento delle condizioni della propria famiglia. E’ quanto emerge dal sondaggio Confesercenti-Swg. Inoltre, nel 2011 83 italiani su 10 (83%) hanno tagliato le spese e la crisi continua a mordere:
solo il 62% riesce a coprire con lo stipendio le spese mensili, mentre uno su quattro (28%) arriva solo alla terza settimana. Il sondaggio Confesercenti-Swg sulle prospettive economiche per il 2012 evidenzia un maggior pessimismo rispetto allo scorso anno: a dichiarare che la situazione economica italiana è pessima è il 48% contro il 33% del 2010, mentre il 36% (contro il 18% dello scorso anno) ritiene di aspettarsi un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche della propria famiglia nei prossimi 12 mesi. Si affievolisce inoltre la fiducia nel cambiamento: il 47% non crede in un cambio di marcia per l’anno appena cominciato, sia in positivo sia in negativo, mentre coloro che si dichiarano fiduciosi in un futuro miglioramento sono solo il 17% (in calo rispetto al 24% dell’anno precedente).
Anche il 2011 è stato caratterizzato da prudenza: l’83% (contro il 69% del 2010) ha tagliato le spese, soprattutto riguardo l’abbigliamento e le calzature, le vacanze e gli acquisti per la casa; mentre solo il 5% ha aumentato le spese. Aumenta inoltre la difficoltà a far quadrare il bilancio familiare per arrivare a fine del mese: scende infatti la quota di persone che riesce, con il proprio il reddito, a coprire in tranquillità le spese mensili (il 62% contro il 72% del 2010), mentre sale al 28% la fetta che riesce a far fronte a tutte le spese fino alla terza settimana (era il 20% nel 2010). Il 10% confessa di arrivare solo alla seconda. Dalla classe politica, infine, gli italiani si aspettano onestà (45%) e serietà (24%). Sembrano invece interessare meno la questione morale (13%) ed il rispetto dei principi di un’etica comune (10%). L’umiltà (8%) è la qualità meno richiesta per una buona classe politica.