“Ogni giorno ci chiedono un passo indietro. Stiano tranquilli perché non possiamo andare dietro alle aspettative dei media e dell’opposizione. Non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia in Parlamento che io escludo”.
Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente alla festa del Pdl a Cuneo. “Dobbiamo tornare ad essere un Paese civile ed oggi non lo siamo. Quando chiamate qualcuno non sentite la morsa di uno Stato di polizia. In questo momento lo Stato non lo sentiamo più come una tutela della libertà è molto importante procedere con la riforma per recuperare il senso di libertà. Ci presenteremo alla prossima scadenza elettorale, tra un anno e mezzo, con le carte in regola per vincere”. “In settimana – ha detto ancora il premier – esamineremo le misure per la crescità e lo sviluppo e con questo decreto dimostreremo che il governo sta sempre lavorando sodo per l’Italia”. “Ci presenteremo alla prossima scadenza elettorale, tra un anno e mezzo, con le carte in regola per vincere”, ha detto Berlusconi ribadendo che il governo non ha alcuna intenzione di dimettersi.
“Sono assolutamente convinto che il Pdl abbia le carte in regola per avere ancora tra un anno e mezzo dai cittadini il mandato per governare il paese”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con la festa provinciale cuneese a Cervere. “Abbiamo fatto molto – ha affermato Berlusconi – e stiamo lavorando ad altre misure per la crescita e lo sviluppo, dimostreremo concretamente che il governo ha lavorato e sta sempre lavorando sodo per l’Italia e nell’interesse di tutti quanti. Ci presenteremo, anche per l’opposizione che abbiamo – ha aggiunto il premier – alla prossima scadenza elettorale con un programma realizzato che ci farà dare ancora dagli italiani la responsabilità di governo”. “In Parlamento ci accingiamo a fare una straordinaria battaglia per la libertà, che dobbiamo assolutamente vincere”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
“Mi appello a Cicchitto e Gasparri, i condottieri delle nostre truppe alla Camera e al Senato – ha aggiunto Berlusconi – perché portare a compimento le riforme non serve solo ad ammodernare il Paese ma a salvare le nostra libertà. Dobbiamo tornare ad essere un Paese davvero civile e libero come oggi non siamo, come sapete bene quando parlando al telefono fisso o al cellulare sentite la morsa di uno Stato di polizia. Il fatto che i cittadini non siano sicuri che le loro parole siano inviolabili – ha aggiunto Berlusconi – non li fa più sentire cittadini di uno Stato che tutela la loro libertà”.