Silvio Berlusconi rientra nella capitale dopo la pausa natalizia e si trova sul tavolo due ‘grane’ da dover affrontare al piu’ presto: il pacchetto liberalizzazioni che il Pdl ha intenzione di presentare al governo ma, soprattutto, il ‘caso’ Nicola Cosentino. Il coordinatore pieddilino della Campania su cui Montecitorio sara’ chiamata ad esprimersi per decidere se autorizzare o meno (dopo il si’ della Giunta per le Autorizzazioni) la richiesta di arresto avanzata dalla procura di Napoli.
Il Cavaliere fara’ il punto nella riunione con lo stato maggiore del partito convocato in serata a palazzo Grazioli. Un incontro per discutere innanzitutto le proposte da presentare al premier Mario Monti in vista del giro di colloqui che il premier terra’ con i partiti. Venerdi’, salvo ripensamenti, il capo del governo dovrebbe incontrare proprio la delegazione del Pdl guidata da Angelino Alfano. E proprio in vista di quell’appuntamento i dirigenti del partito sono al lavoro per mettere a punto una serie misure che saranno inserite in un documento da dare al premier. ”Siamo il principale partito della maggioranza, Monti non puo’ non ascoltarci e tenere in considerazione i nostri suggerimenti”, e’ il ragionamento fatto a via dell’Umilta’ e condiviso dallo stesso Berlusconi. L’ex premier da tempo si e’ detto favorevole alle liberalizzazioni purche’, e’ l’opinione, siano fatte in tutti settori, dai servizi locali a quello energetico, e non solo volte a ”colpire” gli ordini professionali e i taxi. La ‘battaglia’ del governo, a detta dei piediellini, non puo’ essere solo contro le farmacie. Tant’e’ che una delle proposte che il partito e’ pronto a sottoporre al capo del governo e’ quella di considerare il loro numero in base agli abitanti e non andare a modificare la tipologia. Ad incidere pero’ sul clima all’interno del Pdl e’ la vicenda Cosentino. Il rischio che anche l’Aula della Camera, dopo la Giunta per le Autorizzazioni, possa votare a favore dell’arresto agita il Pdl e Silvio Berlusconi che viene descritto come profondamente adirato per l’intera vicenda: ”Chi ha letto le carte ha detto che non c’e’ nulla”, e’ il ragionamento fatto con i fedelissimi con cui Berlusconi e’ tornato a parlare ancora di ”giustizia ad orologeria”. Berlusconi non azzarda pronostici su quali possano essere le ricadute del voto di giovedi’ nel caso la Camera desse l’ok all’arresto anche se, avrebbe osservato con i suoi, l’esito negativo non favorirebbe la stabilita’ e non sarebbe indolore. Un concetto rafforzato dalle parole del capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: ”Se qualcuno pensa che operazioni di questo tipo non peggiorino il quadro e i rapporti politici, sbaglia in modo profondo” e’ l’avvertimento dell’esponente Pidiellino alla vigilia del confronto con il governo e le altre forze politiche sulle misure della cosiddetta fase due. Un giudizio altrettanto negativo e’ riservato alla Lega Nord: ”hanno un atteggiamento del tutto demagogico”, avrebbe osservato l’ex capo del governo che fino alla fine provera’ a convincere Umberto Bossi a ricompattare i suoi. Strada difficile da percorrere viste le divisioni interne ai lumbard e l’indisponibilita’ di Roberto Maroni a cambiare idea. Per il Cavaliere sara’ difficile tenere a freno all’interno del Pdl la fronda, sempre maggiore, contro la Lega Nord: ”Ormai siamo al ricatto politico” e’ la considerazione che fa un’ex ministro del Pdl parlando dell’atteggiamento del Carroccio e ricordando che nel 2009 i Lumbard votarono contro la richiesta di arresto sempre per Cosentino accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.