Dai rimborsi elettorali, alla mancata abolizione delle province, dall’assenza di una legge anticorruzione seria, alla mancata riforma elettorale. Sono una trentina i motivi per i quali il M5S dice No ad un governo Bersani. Motivi elencati nel dettaglio in una nota diffusa al Senato dal M5S.
Il M5s spiega infatti in un comunicato i motivi della loro decisione: un lungo elenco di mancati provvedimenti e, in ultimo, un motivo che risiede tutto nell’approccio dei vecchi partiti. “Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo” dicono i 5 Stelle citando Einstein. Ecco, invece, l’elenco nel dettaglio. “Perché di reddito di cittadinanza non ha mai parlato finché non l’ha tirato fuori il M5S; Perché non ha mai fatto una serie legge anticorruzione; Perché non ha mai abolito il finanziamento pubblico ai giornali; Perché ha approvato l’IMU; Perché non ha mai abolito le provincie; Perché ci ha regalato la tassa da 4 miliardi servita a pagare i conti di Monte dei Paschi di Siena; Perché non ha mai fatto la legge sul conflitto di interessi ; Perché ha ratificato trattati come il Fiscal Compact e il Mes; Perché si sono accorti solo dopo venti anni che una legge del 1957 rende Berlusconi ineleggibile; Perché è quello di: “I rimborsi elettorali ci vogliono, se no non sopravviviamo”; Perché la Tav è il progresso; Perché copia le Parlamentarie del M5S ma poi riserva i posti chiave per i soliti noti (Bindi & Co.); Perché è quello di “abbiamo una banca”; Perché è quello di Prodi che ci ha portato nell’Euro; Perché è quello del golpe morbido di Giorgio Napolitano; Perché “il Lodo Alfano non è un nostro problema, non è la priorità”; Perché é quello dell’indulto; Perché non ha mai cancellato le leggi “ad personam”; Perché ha contribuito al finanziamento delle missioni di “guerra”; Perché i bombardieri F35 servono per le missioni di pace; Perché asseriva candidamente in aula che Berlusconi sapeva che non sarebbero state toccate le sue televisioni; Perché ha fatto da stampella a Berlusconi in tutto questi anni; Perché 32 parlamentari del PD erano assenti quando si votava la fiducia per lo scudo fiscale, e ne sarebbero bastati 20; Perché non ha mai cambiato la legge elettorale né reintrodotto le preferenze; Perché ha avallato le politiche “a-sociali” del governo Monti; Perché ha detto sì alle pensioni a 67 anni; Perché Bersani si scagliò contro l’ordine dei medici dell’Emilia, rei di aver chiesto una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori; Perché ha sostenuto la gestione privata dell’ acqua, dei rifiuti e del trasporto pubblico a favore di investitori privati e a discapito dei cittadini; Perché – conclude – ha collaborato alla sottrazione di risorse alla scuola pubblica, mantenendo i finanziamenti alla scuola privata”. (ANSA).