Con 460 voti a favore, 76 no e 13 astenuti, dieci dei quali del Pdl, la Camera conferma la fiducia al governo – la prima dopo le critiche di Berlusconi da Gernetto – che domani potrà incassare l’ok definitivo al disegno di legge sull’anticorruzione.
Il voto finale sul provvedimento, considerato dal presidente del Consiglio Mario Monti come un “passaggio importante per ridare competitività all’economia italiana”, arriverà a metà mattinata, dopo l’esame in Assemblea di una decina di ordini del giorno al testo che per il governo è efficace per rispondere alla necessità, sottolineata dal presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, di “ripristinare la correttezza e la trasparenza” di fronte alle “alterazioni, distorsioni e degenerazioni che, in assenza di sufficienti sensori, hanno infiltrato e devastato molti luoghi della pratica democratica”. E sul voto finale i consensi al testo saranno certamente più di quelli sulla fiducia. Contro il ddl, infatti, voteranno soltanto i deputati dell’Italia dei Valori: hanno, invece, assicurato il loro consenso al provvedimento, a fronte del no di questa sera sulla questione di fiducia, i deputati della Lega. “Votiamo no alla fiducia al governo, ma a favore del ddl anticorruzione: perché, come diceva Tremonti, piuttosto che niente è meglio piuttosto”, annuncia per il Carroccio Luca Paolini. Un no su tutta la linea arriva invece dai dipietristi. “Avremmo votato volentieri la fiducia su questo provvedimento se fosse stato efficace”, spiega Federico Palomba, che accusa: “questo testo contiene norme che indeboliscono il baluardo giuridico finora in vigore. Con una fretta diabolica si fa calare mestamente il sipario su una vicenda per noi inquietante. Avremmo voluto un testo molto più severo e duro nel contrasto alla corruzione”. Il Pdl si schiera a favore della nuova normativa, “anche per ragioni di parte e non solo di merito”, dice Francesco Paolo Sisto ricordando che il testo ha la prima firma di Angelino Alfano, il segretario del suo partito che lo presentò alle Camere come ministro della Giustizia del Governo Berlusconi. Ed il sì arriva anche da parte del Pd, che annuncia un impegno nel perfezionamento delle norme contenute nel testo. “Questa legge – puntualizza Guido Melis – comincia nelle condizioni parlamentarmente e politicamente possibili un cammino che il Pd si impegna a completare con altri provvedimenti nella prossima legislatura”. Un atteggiamento in linea con quello di Fli, che con Angela Napoli parla di “punto di partenza”. E l’esponente del Pdl, poi ribadisce: “Il provvedimento non si limita a punire la corruzione ma punta a prevenirla”.