“Non si ravvisano gli estremi per una nuova convocazione del Consiglio di presidenza ai fini del prosieguo di un dibattito su una questione gia’ dichiarata formalmente chiusa il 6 novembre”. Cosi’ Pietro Grasso leggendo in aula una lunga lettera di risposta a una lettera dei senatori di Forza Italia che avevano chiesto una nuova riunione e un rinvio del voto sulla decadenza di Berlusconi fissato per il prossimo 27 mnovembre.
“Non si ravvisano gli estremi per una nuova convocazione del Consiglio di Presidenza ai fini del prosieguo di un dibattito su una questione gia’ dichiarata formalmente chiusa il 6 novembre, in assenza di proposte di natura disciplinare a seguito dell’informativa resa dal Presidente”, scrive il presidente del Senato ai senatori di centro destra che avevano posto la questione preliminare della violazione della cmaera di consiglio della giunta, prima del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi “Ove i firmatari della lettera non avessero ritenuto di abbandonare i lavori, avrebbero avuto modo di ascoltare gli altri componenti presenti prendere atto dell’irrilevanza della presunta mancanza del numero legale e del fatto che l’argomento all’ordine del giorno dovesse considerarsi concluso”. Ha scritto anche, nella sua lettera, il presidente del Senato, Pietro Grasso, rispondendo ai commissari di centro destra del consiglio di presidenza che insistono sulla necessita’ di ritornare sulla violazione del segreto della camera di consiglio della giunta per le elezioni che ha dato parere favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. secondo Grasso nessun voto era previsto, in consiglio di presidenza, sull’informativa che riguardava l’uso della rete durante la seduta a porte chiuse della giunta per le immunita’, che ha deciso per la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Non solo il regolamento del Senato non fa riferimeno all’obbligo della segretetzza , ma in ogni caso nessun segreto e’ stato violato nella camera di consiglio della Giunta per le elezioni del Senato che ha deciso per la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, dice Grasso che, di fatto, ‘smonta’ la questione pregiudiziale posta dal centrodestra che ha denunciato la violazione del regolamento. “Come si evince dalla informativa letta dalla Presidenza, non risulta che componenti della Giunta abbiano rivelato elementi riferibili in qualsiasi modo ai lavori della camera di consiglio”, scrive Grasso nella sua riposta. Ma premette: quanto alla cosiddetta “segretezza della riunione” in camera di consiglio, “nel Regolamento per la verifica dei poteri non si rinviene alcun riferimento espresso all’obbligo del segreto. L’articolo 17, comma 1, del Regolamento per la verifica dei poteri si limita a stabilire che “chiusa la discussione, la Giunta si riunisce immediatamente in camera di consiglio per la decisione”. “Tale norma attiene evidentemente alla pubblicita’ dei lavori, in contrapposizione al comma 6 dell’articolo 16 dello stesso Regolamento che prevede che ‘della seduta pubblica viene redatto e pubblicato il resoconto stenografico’”, ha aggiunto Grasso. “Cio’ anche in analogia con quanto previsto dagli articoli 57, 60, comma 4, e 165, comma 2, del Regolamento. Ben diversa e’ la statuizione dell’articolo 31, comma 3, del Regolamento del Senato – non applicato nel caso in questione – il quale espressamente prevede che le ‘Commissioni possono decidere che, per determinati documenti, notizie o discussioni che interessano lo Stato, i propri componenti siano vincolati dal segreto’. Per citare un altro Regolamento speciale, anche il Testo unico riguardante il personale del Senato stabilisce con norma esplicita (art. 86) l”obbligo del segreto’ per i membri del Consiglio di disciplina, della Commissione Contenziosi e del Consiglio di Garanzia, nonche’ per gli addetti agli Uffici di segreteria, periti, consulenti tecnici, difensori e per chiunque intervenga o assista al procedimento ‘per tutto cio’ che concerne gli atti medesimi ed i loro risultati’, osserva ancora.