“Accordiamo la fiducia a questo governo assumendoci le nostre responsabilità di eletti”. Così in un documento, i deputati Pd Sandro Gozi, Laura Puppato e Sandra Zampa che in direzione avevano manifestato col voto perplessità verso un governo di intesa anche col Pdl. Un voto di fiducia nella “speranza che in questa fase di emergenza democratica, economica, sociale ed europea rinasca l’obbligo morale di rappresentare quel cambiamento di stile e di obiettivi di cui gli italiani sentono un disperato bisogno”.

In un primo momento sembrava che anche Pippo Civati avesse sottoscritto il documento, ma lui ha smentito la sua adesione su Twitter e sul suo blog: “Circola da qualche minuto un documento che include anche la mia firma e in cui annuncio il mio voto di fuducia al Governo. Non so come sia uscito, ma non ho firmato alcuna dichiarazione di fiducia e quindi smentisco. Come ho detto più volte in questi giorni, e ancora poche ore fa in diretta su Rai 3, le mie perplessità sul Governo Letta rimangono, e prenderò una decisione in merito alla fiducia solo dopo averne discusso, come ho ripetutamente richiesto, domattina con il resto dei colleghi del Pd. Non prima”.

”Nessun giallo sul documento a firma Puppato, Gozi e mia (e del senatore Lo Giudice che mi ha appena comunicato la propria adesione). La presenza della firma di Civati è frutto di un’incomprensione del tutto innocente e banale tra gli estensori del documento diffuso ai mezzi di informazione oggi”, ha dichiarato la parlamentare Pd Sandra Zampa. Il documento. “In questo momento drammatico per il nostro Paese – si legge nel documento – e per la democrazia sentiamo l’obbligo di rappresentare, più di quanto non sia avvenuto nel recente passato, un popolo che soffre e che teme per il proprio futuro. Abbiamo richiamato la necessità che il governo presieduto da Enrico Letta, pur nelle grandissime difficoltà di fare sintesi di linee politiche fortemente diverse, nascesse nuovo, anche nelle figure, e garante dell’unica necessità di individuare soluzioni ai problemi urgenti dell’Italia. È con questo spirito che accordiamo la fiducia a questo governo assumendoci le nostre responsabilità di eletti”.

“Non vogliamo creare l’ennesima area organizzata – puntualizzano – all’interno del Partito Democratico soprattutto perché siamo convinti che le correnti e i gruppi di potere siano stati il principale problema del nostro Partito e della nostra azione parlamentare. Anche ascoltando i nostri elettori e il Paese lavoreremo affinchè il Partito Democratico diventi quello che avevamo promesso e che aveva ridato speranza ed entusiasmo a milioni di italiani”. Nel documento c’è un forte appello per le riforme a partire dall’uscita dal bicameralismo perfetto e una legge elettorale maggioritaria con collegi uninominali. E poi risposte sul fronte dei fondi per la cassa integrazione, sul nodo degli esodati della disoccupazione e delle politiche industriali. Infine “vere politiche di sviluppo su scala nazionale e soprattutto su scala europea” con “un’Europa diversa e un’Italia diversa in Europa”. “È questo – concludono – il senso della nostra fiducia: un atto di responsabilità individuale e collettiva che ci assumiamo nei confronti di tutti gli Italiani e di coloro che ci hanno dato fiducia con il loro voto. Una fiducia che vogliamo meritarci ogni giorno di più”.

 

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