In commissione Affari Costituzionali della Camera approderà domani il testo ‘ABC’ rivisto e corretto: cioé con le norme sul finanziamento dei partiti e sul controllo dei bilanci. Ma i due relatori, Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) assicurano di non aver visto né sentito Giuliano Amato, appena nominato ‘commissario’ dal governo proprio su questi temi. Amato conferma. “Io mi avvalgo dell’Isle (Istituto per la documentazione e gli studi legislativi ndr) per questo lavoro – risponde via e-mail – e l’Isle me lo sta preparando e organizzando”.

Fino ad allora, fa sapere, non ha altro “da aggiungere”. Nell’attesa, però, i partiti mettono le mani avanti. “Noi abbiamo già presentato una nostra proposta”, afferma il segretario Pd Pier Luigi Bersani, che è calendarizzata in Aula per il 14 maggio. E su questo, aggiunge, “si può andare avanti senza indugi”. Come a dire, si sintetizza tra i Democratici, che il Parlamento seguirà comunque la sua strada fino in fondo. Senza dover aspettare nessuno perché “ormai si è fuori tempo massimo”. Altrettanto chiara il vicepresidente della Camera Rosy Bindi: “Noi andiamo avanti”, osserva, ma se il governo, “attraverso la consulenza di Amato, avrà delle proposte, le prenderemo in considerazione”. Con “sei mesi di ritardo”, è invece il commento del pidiellino Antonio Leone, Monti è riuscito “a portare in qualche modo Giuliano Amato al governo”. Ma questa scelta, desta “qualche perplessità” visto che il dottor Sottile “da esponente di punta del defunto Psi ha vissuto e conosciuto in prima persona le degenerazioni sui finanziamenti illeciti della politica che nella prima Repubblica sfociarono poi in Tangentopoli”. ‘Amaro’ anche il giudizio di Guido Crosetto (Pdl) che dimostra di non gradire troppo “un commissario esterno” su una questione sulla quale “si è già pronunciato il 90% degli italiani”. La sua nomina, assicura, potrebbe “essere controproducente perché allungherà i tempi”. E sarà come mandare “Erode all’Unicef”, ironizza. Amato però non reagisce e in giornata incontra Monti. Mentre il suo ufficio, che dovrebbe essere a Palazzo Chigi, ancora non gli viene consegnato. Il capogruppo Pd a Montecitorio, Dario Franceschini, intanto, fa sapere che l’intenzione, in vista del testo base che verrà illustrato domani in commissione, è quella di dimezzare il finanziamento dei partiti. E per questo ci si starebbe ispirando al modello tedesco. La parte sui controlli, con tanto di obbligo di revisione dei bilanci da parte di società iscritte alla Consob, dovrebbe restare simile a quella dell’originario testo ‘ABC’. La polemica sulla nomina, però non si placa. E in serata Beppe Grillo definisce Amato “l’unico tesoriere” (“lo era di B.Craxi”) che ha “fatto carriera” e di una “provocazione” fatta dalla Casta agli italiani.

 

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