iNon e’ solo di maniera l’appello a fare presto che negli ultimi giorni e’ arrivato ai magistrati da tutti i maggiorenti della Margherita, da Franceschini a Letta. Perche’, mentre i pm provano a vederci chiaro sull’uso del ‘tesoretto’ di 13 milioni – e forse piu’ – che l’ex tesoriere Luigi Lusi ha ammesso di aver preso dalle casse del partito, si allungano ombre e sospetti dentro l’ormai defunto partito. Ombre e sospetti che lo stesso Lusi vuole scrollarsi di dosso sospendendosi ”con effetto immediato” dal Pd per garantire al partito ”una piu’ piena liberta’ di azione politica”, e a se’ stesso una ”difesa giudiziaria piu’ libera”.
”L’indagine penale – afferma l’ex tesoriere della Margherita all’ANSA – sta seguendo il suo corso, ma il massacro mediatico e’ senza precedenti e va oltre l’indagine giudiziaria. Gli italiani hanno bisogno di chiarezza e il Pd ha il dovere di contribuire a questa direzione”. Nel Pd, pero’, le cose non vanno in questo senso. E gli interrogativi si moltiplicano. ”Non dubito dell’onesta’ di Rutelli ma se dei soldi fossero stati spesi per pagare un convegno dell’Api mi arrabbierei molto”, avverte Pier Luigi Castagnetti, uno dei pochi, come Arturo Parisi, che a giugno scorso aveva visto che qualcosa non andava nel rendiconto del partito. Arturo Parisi oggi, per due ore, ha dato spiegazione, come testimone, ai magistrati sulle ”voci opache” dentro il bilancio, come quella uscita di 4 milioni di cui l’ex ministro prodiano chiese conto al tesoriere sentendosi rispondere che era un contributo alle primarie di Dario Franceschini, smentito a piu’ riprese dal capogruppo Pd. E la sfilata davanti ai magistrati continuera’ nei prossimi giorni e, assicurano fonti parlamentari, non saranno ascoltati solo coloro che, come Enzo Carra e Renzo Lusetti, fecero due ricorsi al tribunale civile per impugnare la validita’ dei rendiconti 2009-2010 in quanto non invitati alle assemblee convocate per approvare il bilancio. Piu’ che di approvazione, pero’, sarebbe meglio parlare di ratifica un po’ superficiale visto che, come raccontano molti partecipanti alle assemblee, le riunioni erano molto brevi e tutti si limitavano a dare il via libera ai rendiconti presentati dal tesoriere. Cosi’, almeno fino a giugno scorso, quando Parisi, Castagnetti e pochi altri chiesero un surplus di approfondimento e l’assemblea si prolungo’ fino a sera. ”Non dubito della buona fede – ammette Linda Lanzillotta, rutelliana ed ex assessore al bilancio del Comune di Roma – e dell’onesta’ dei dirigenti della Margherita. C’e’ stato pero’ un eccesso di delega, quando si amministrano risorse collettive ci dovrebbero essere piu’ controlli al di la’ delle relazioni fiduciarie”. Di lealta’ tradita parla Francesco Rutelli, l’uomo che volle fortemente Lusi al suo posto anche quando Giuseppe Fioroni propose di cambiarlo ”non per mancanza di fiducia – racconta l’ex esponente Ppi – in lui ma perche’ l’alternanza e’ sempre positiva”. Ma e’ proprio il rapporto fiduciario tra gli ex compagni della Margherita che rischia di incrinarsi se la vicenda non arriva presto ad un chiarimento definitivo. L’ex responsabile Circoscrizioni Estere Luciano Neri fa accuse pensanti, ipotizzando che si pensasse di distribuire i soldi in cassa, i 20 milioni rimasti oltre a quelli gia’ spariti, ”tra le diverse Fondazioni di riferimento dei diversi maggiorenti ex Dl”. Possibilita’ che Pier Luigi Castagnetti, ultimo segretario del Partito Popolare, non vuole neanche considerare. ”Mi arrabbierei moltissimo – sostiene – se soldi fossero stati usati per pagare un convegno dell’Api ma anche per finanziare l’iniziativa di una corrente e non di un’altra dell’ex partito”.