Dopo il decreto del fare “in cima a tutto c’é da affrontare la disoccupazione giovanile. Per me, prima di Imu e Iva. Una grande operazione di defiscalizzazione per i nuovi assunti, su tutto il territorio nazionale”. A dirlo il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, in un’intervista al Corriere della Sera. Lavoro, Imu e Iva “in tutto comporterebbero una manovra da 7-8 miliardi per il solo 2013. Sono troppi e bisognerà scegliere”, osserva Framceschini.
“Destra e sinistra non c’entrano. Spero che nessuno si metta a dire: l’Imu è cosa mia o l’Iva è cosa tua. Sarebbe un dibattito surreale”. Il governo, prosegue, “funziona perché gli scontri restano lontano dai riflettori. Anche sabato in Cdm ci sono stati. Ma all’esterno sosteniamo assieme le scelte finali”. Sulla possibilità di maggioranze alternative in caso di caduta dell’esecutivo, non c’é stata “nessuna bordata da Bersani” per Letta, ma “solo una constatazione oggettiva. Le difficoltà nel Movimento 5 Stelle – spiega – sono sotto gli occhi di tutti, e può essere che un’altra maggioranza diventi numericamente possibile. In questo momento nessuno sembra voler andare alle elezioni e, siccome credo alle parole dette, tutti sostengono il governo, da Renzi a Berlusconi”. Parlando dei provvedimenti contenuti nel decreto del fare, Franceschini pone l’accento sulla “velocizzazione della giustizia civile per far recuperare competitività all’Italia” e sulle “misure per ricerca e università”. Il decreto, aggiunge, “é pieno di novità, per le quali mi aspetto forti resistenze: nel mondo le lobby intervengono per chiedere di fare qualcosa, in Italia per lasciare tutto com’é”. Nell’intervista Franceschini interviene anche sul congresso del Pd. Le regole “vanno condivise con Renzi”, perché “qualsiasi modifica non concordata apparirà contro di lui”, dichiara il ministro, che si dice “preoccupato” nel sentir “riparlare di democristiani e comunisti…”.