Prima il fuori onda sui legali di Napoli (“li vado a incontrare così me li tolgo dai piedi”); poi l’accusa lanciata in un’intervista pubblica al convegno di Confindustria di far parte delle “grandi lobby” che frenano sulle riforme impedendo al nostro di diventare un Paese normale.
Alla fine per gli avvocati è stato veramente troppo. E così dopo una riunione con tutte le rappresentanze della categoria hanno deciso di sbattere la porta al ministro della Giustizia Cancellieri che avrebbero dovuto incontrare oggi pomeriggio per discutere delle contestate misure sulla giustizia civile contenute nel dl del fare. Una decisione che si è portata dietro l’altra, presa stavolta soltanto dall’Organismo unitario dell’avvocatura, di confermare uno sciopero di otto giorni a partire da lunedì prossimo contro il provvedimento del governo. Si è trattato di una doccia fredda per il Guardasigilli che in un’intervista pubblicata stamani sul Messaggero, parlando dell’incontro imminente, si era detta “sicura” di poter trovare un’intesa con gli avvocati, proprio sulla mediazione obbligatoria. E che invece si è trovata di fronte a uno scontro durissimo. Per lei la sorpresa è arrivata nel pomeriggio, quando davanti alla Commissione Giustizia della Camera il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, ha annunciato la decisione presa da tutte le componenti dell’avvocatura di disertare l’incontro.”Al di là delle parole usate, il ministro ha manifestato idee che esprimono un pregiudizio nei nostri confronti. Ci ha umiliati e offesi, non é possibile per il momento proseguire una collaborazione”, ha spiegato poi ai giornalisti. Concetti ribaditi nella lettera che poco dopo è stata recapita in via Arenula, in cui si parla di espressioni pubbliche del Ministro “non adeguate al suo ruolo istituzionale e gravemente lesive della dignità e dell’alta funzione che la Costituzione italiana assegna all’Avvocatura”. Quelle frasi della Cancellieri, per le quali l’Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori chiede le dimissioni del Guardasigilli, sono state solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già troppo pieno. Agli avvocati non era già andato giù che il ministro, dopo aver assicurato in un precedente incontro l’intenzione di collaborare e di consultarli, non li avesse nemmeno avvertiti dell’intenzione di inserire misure sulla giustizia civile nel dl del fare. Sul dl del fare, che reintroduce la mediazione obbligatoria, già bocciata dalla Consulta per eccesso di delega e che oggi il presidente della Cassazione Giorgio Santacroce ha invece difeso, il dissenso è pieno. Sono “norme spot” inserite peraltro in un decreto legge a contenuto economico, che pongono “perplessità costituzionali”, ha spiegato il presidente del Cnf nell’audizione alla Camera. L’indice degli avvocati è puntato soprattutto contro la mediazione obbligatoria, che ha “dimostrato già la propria inefficacia”, visto che solo nell’11% dei casi si è conclusa con un accordo che ha evitato il ricorso al processo e che si è tradotta solo in un “aggravio dei costi per il cittadino”. Ai parlamentari hanno però presentato un pacchetto di proposte alternative a costo zero: prevedono la negoziazione assistita, le camere arbitrali e la mediazione volontaria con incentivi fiscali per favorirne il successo.