“E’ meglio un salto nel buio che un suicidio intellettualmente assistito”. Così Beppe Grillo in un tweet che rimanda ad un articolo ospitato sul suo blog a firma di Paolo Becchi. E’ un invito a “non ascoltare le sirene” del Pd: “Ormai siamo in guerra e, se moriremo, lo faremo solo sul campo di battaglia delle prossime elezioni”.

Il professor Becchi, nell’articolo ripreso da Grillo, cita Pierpaolo Pasolini e si rivolge direttamente ai candidati del M5S. “Recitava una poesia di Pasolini: ‘Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano il culo’. Così accade nella stampa italiana. Nell’anno che ha preceduto la campagna elettorale, i giornali di ‘regime’ – ‘La Repubblica’ in testa – hanno tentato in tutti i modi di impedire l’ascesa del MoVimento 5 Stelle: dai ‘falsi scandali’ (caso Favia) alle accuse di populismo, demagogia, fascismo contro Grillo. Oggi quegli stessi giornali, cari deputati e senatori del MoVimento, vi leccano, come diceva il poeta, il culo. E, per farlo, chiamano a raccolta i loro intellettuali ‘classici’. ‘La Repubblica’, infatti, pubblica in questi giorni ben due appelli firmati da professori, artisti, cantanti, forse anche nani e ballerine”, scrive Becchi. “Cosa stanno cercando di fare? Il Pd gioca le sue ultime carte: chiama a raccolta i suoi intellettuali. E gli intellettuali, con le loro dolci parole così pacate, così riflessive, così ‘ragionevoli’ sono chiamati ad incantare il MoVimento. “Io son Sirena”, cantano – aggiunge – Il loro canto é affascinante, ed è quasi impossibile udire le loro parole senza cadervi in balia. A voi, deputati e senatori del MoVimento ora spetta la forza e l’astuzia di Odisseo contro le Sirene, se volete proseguire il ‘folle volo’, bellissimo, del MoVimento. A voi spetta, oggi, di tappare con la cera le vostre orecchie per non ascoltare”. “Al Vostro capo politico, legate mani e piedi, e lasciate che sia lui a dover sopportare il dolore che quel canto provoca – aggiunge – Non potete cambiare via: si deve passare anche per questa fatica, si deve passare anche per il canto delle Sirene. O le ingannerete, o perirete: è questa la prova da cui deve passare Odisseo, nel suo viaggio”. “Andate avanti come Odisseo e i suoi compagni – prosegue Becchi – ed agli ‘intellettuali’ della Repubblica insegnate questi bellissimi passi di Horkheimer-Adorno, Dialettica dell’Illuminismo: ‘E’ impossibile udire le Sirene e non cadere in loro balia: esse non si possono sfidare impunemente. Sida e accecamento sono la sessa cosa, e chi le sfida è già vittima del mito a cui si espone. Ma l’astuzia è la sfida divenuta razionale. Odisseo non tenta di seguire un’altra via da quella che passa davanti all’isola delle Sirene. E non tenta neppure di fare assegnamento sul suo sapere superiore e di porgere libero ascolto alle maliarde, nell’illusione che gli basti come scudo la sua libertà. Egli si fa piccolo piccolo, la sua nave segue il corso fatale e prestabilitò”. “E’ solo così – conclude – che potremo fare nostro questo viaggio che abbiamo intrapreso: ‘Di la’ navigammo avanti, sconvolti nel cuoré. La rivoluzione del MoVimento ci ha dato questo viaggio, questo lungo viaggio che dobbiamo proseguire. In Italia è iniziata una rivoluzione legale. Forse riusciranno a fermarla, ma non con le voci delle loro Sirene. Ormai siamo in guerra e, se moriremo, lo faremo solo sul campo di battaglia delle prossime elezioni. E’ meglio un salto nel buio che un suicidio intellettualmente assistito”.

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