Al termine dell’Ufficio di presidenza Angelino Alfano ha ribadito che il Pdl e’ ancora per il voto ma, secondo quanto si apprende, oggi e’ stato lo stesso Silvio Berlusconi a sbarrare la strada alle urne anticipate. Non possiamo presentarci alle elezioni – questo il ragionamento – gli italiani ci addosserebbero la responsabilita’ di non aver concorso a salvare il Paese.

Queste e’ il momento della responsabilita’, e’ la tesi ribadita dal presidente del Consiglio che, riferiscono fonti parlamentari, ha gia’ deciso di appoggiare Mario Monti anche se, al momento, non puo’ ufficializzare la scelta proprio per le divisioni interne al partito di via dell’Umilta’. Con il via libera del Cavaliere il governo Monti (oggi l’economista e’ salito al Quirinale) dovrebbe nascere prima dell’apertura dei mercati della settimana prossima ed essere composto, secondo quanto si apprende, da ministri politici e da tecnici. Indiscrezioni parlano di Giuliano Amato agli Interni o alle Riforme. La sorpresa potrebbe arrivare per la casella di via xx settembre: il nuovo ministro dell’Economia potrebbe essere Mario Monti. Ovvero il presidente della Bocconi potrebbe decidere di prendersi anche l’interim per poter gestire la politica economica del Paese. Le alternative sul tavolo sono Fabrizio Saccomanni e Domenico Siniscalco. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio potrebbe essere Enzo Moavero, gia’ capo gabinetto di Mario Monti e direttore generale alla Commissione europea, esperto di Antitrust. Al suo fianco Gianni Letta, mentre ancora circolano voci di due possibili vicepremier: uno del Pdl e un altro del Pd. Inoltre al ministero della Giustizia potrebbe restare Nitto Palma e agli Esteri Franco Frattini. Per il Pd il nome che sembrerebbe sicuro e’ quello di Enrico Letta, mentre per il terzo Polo al governo potrebbe entrare Rocco Buttiglione, al dicastero dell’Istruzione. Oggi Silvio Berlusconi all’ufficio di presidenza ha spiegato che e’ irrinunciabile che al governo entri Gianni Letta. Il premier ha ascoltato gli interventi dei ‘big’. I piu’ critici Sacconi, Romani e Matteoli. Il premier ha ribadito pero’ che prima viene l’interesse del Paese.

 

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