“Io mi auguro che in Italia si esca dall’utilizzo strumentale dell’immigrazione e dell’asilo, che si vada oltre le ideologie, le prese di posizione propagandistiche e le divisioni. Il paese ha bisogno di uscire dalla stagione della paura” e “non si può giocare alla demonizzazione, ci vuole senso della realtà. Non c’è un nemico di fronte. Ci sono solo quattro milioni e mezzo di immigrati e alcune decine di migliaia di rifugiati di cui occuparsi nel rispetto del diritto nazionale e internazionale. Ci vuole più maturità”.
Lo afferma in una intervista al Fatto Quotidiano il presidente della Camera Laura Boldrini, ricordando che “c’è un gruppo di parlamentari bipartisan che sta lavorando sui temi dell’immigrazione. Io mi auguro che si riesca ad arrivare presto all’elaborazione di un testo condiviso sulla cittadinanza”. Quanto alla Fiat, “non posso esimermi dal ribadire che ci vuol rispetto dei lavoratori. Un concetto che dovrebbe essere pacifico. Lo dice la nostra Costituzione. Questo scrivevo nella lettera a Marchionne”. E all’ad del Lingotto che ha detto che l’Italia rischia di morire di diritti risponde che “non si può pensare che il gioco al ribasso sui diritti sia il modo per uscire alla crisi. Non penso sia questo il rischio, piuttosto oggi ci sono più generazioni che vivono la precarietà del lavoro e di ogni ambito della vita. E che rischiano di morire della mancanza di diritti. Il nostro paese ce la farà se i lavoratori avranno più capacità di incidere. La formula di chi ordina e di chi esegue non è più praticabile, bisogna coinvolgere chi lavora nei processi produttivi”. E sulle polemiche sul suo ruolo: “Continuo nella mia strada e se questo provoca reazioni scomposte, non è un mio problema. Non mi interessa assecondare il pensiero unico. Seguo la mia coscienza e il programma che ho esposto il giorno in cui sono stata eletta alla presidenza della Camera”.