La manifestazione della Fiom per il 18 maggio “si basa su una piattaforma sindacale ma si rivolge a tutti i cittadini che vogliono un vero cambiamento”, “saranno con noi studenti, precari, giovani, movimenti e associazioni che non vogliono più aspettare e chiedono un nuovo corso”.
Lo dice Maurizio Landini, segretario Fiom, in un’intervista al Manifesto in cui ribadisce il ‘no’ a larghe intese. Un “nuovo corso”, precisa, che preveda “il lavoro al centro, un piano straordinario di investimenti, il reddito di cittadinanza, l’incentivazione alla riduzione di orario, la cancellazione dell’articolo 8. Piani per i trasporti, la mobilità. Lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e alla criminalità. Una legge per la rappresentanza e la democrazia”. “La risposta che la politica sta dando alle richieste del Paese è sbagliata”, spiega. “L’unica alternativa alle larghe intese può essere al momento un governo breve e di scopo, che affronti le emergenze e cambi la legge elettorale, per poi tornare tra qualche mese al voto”. Landini sottolinea che le iniziative della Fiom non sottendono alla nascita di un nuovo partito: “queste voci dimostrano la malattia del nostro Paese”.