Dopo l’incidente di ieri sulla responsabilita’ civile dei magistrati, i tre principali partiti della maggioranza ribadiscono piena lealta’ al governo di Mario Monti, che incassa l’appoggio di Pdl, Pd e – com’era scontato – Udc, ma punzecchia le forze politiche che ogni tanto si sfilano nel sostegno all’Esecutivo definendo la maggioranza ”ampia, ma evanescente”. Intanto, pero’, si alzano i toni fra Pd e Pdl, con il segretario dei democratici che ammonisce i berlusconiani: non potete dichiararvi leali e poi rifare vecchie maggioranze. La cena di ieri sera a palazzo Chigi con i tre ‘soci di maggioranza’ dell’Esecutivo (Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini) ha molto rassicurato il presidente del Consiglio.
”Non siamo preoccupati, il governo non sembra correre rischi”, spiega chi ha parlato con il professore. Certo, anche se derubricato a ”normale incidente di percorso”, quanto avvenuto ieri a Montecitorio qualche campanello d’allarme a palazzo Chigi lo ha fatto suonare. Anche perche’ – come spiega una fonte di governo – il problema non sono tanto i vertici, ma la base che ogni tanto, forse volutamente, sfugge al controllo dei segretari. In effetti, anche pubblicamente, da Silvio Berlusconi a Pier Luigi Bersani le dichiarazioni di lealta’ si sprecano. L’ex premier va oltre e augura al Professore di riuscire addirittura a riformare la Costituzione: ”La speranza e’ che questo governo, sostenuto per la prima volta dall’intero Parlamento, abbia la chance per proporre grandi riforme strutturali, a partire dall’architettura istituzionale dello Stato”, dice il Cavaliere al Financial Times. Una conferma del clima di ieri sera a palazzo Chigi e delle rassicurazioni ricevute dal capo del governo arriva dal leader Udc: ”E’ stata una serata importante, si e’ rinnovato l’impegno dei tre poli a sostenere il governo Monti, non solo sui temi economici e sociali”, getta acqua sul fuoco Casini, che ha tutto l’interesse ad archiviare quanto prima lo scivolone sui magistrati. Eppure, nonostante le dichiarazioni di lealta’, lo ‘strappo’ del Pdl che ieri ha votato compatto l’emendamento della Lega, fa schizzare in alto la temperatura nei rapporti fra democratici e pidiellini. ”Noi, come altre forze, siamo leali e votiamo anche se non condividiamo al 100 per cento le decisioni del governo. Il Pdl, invece, cerca di rifare vecchie maggioranze ma cosi’ non va”, e’ lo sfogo di Bersani trapelato dall’incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano. Un’irritazione in cui si cumulano tre avvenimenti: le nomine a maggioranza nel cda Rai, il voto di ieri sulla responsabilita’ civile dei magistrati e la discussione al Senato sul ddl liberalizzazioni che rischia di essere snaturato dal partito di Berlusconi. Parole che sembrano pero’ anche dettate dall’esigenza di rinsaldare il partito in cui voci critiche, da sinistra, si levano quotidianamente verso Monti. come dimostra la dichiarazione di Matteo Orfini che invita il governo a maggiore cautela nelle dichiarazioni pubbliche. Il rischio per Monti e’ che il Pd pretenda mani libere sulla riforma del lavoro. Anche se a palazzo Chigi non sembrano troppo preoccupati, forse perche’ giudicano queste turbolenze fisiologiche e dettate soprattutto da ragioni interne agli stessi partiti. Berlusconi ha i suoi problemi con i falchi del Pdl, Bersani lo stesso nel Pd; l’importante e’ che le fibrillazioni non arrivino a lambire il governo, riassume una fonte bene informata sugli umori del premier. Che per ora, pur fidandosi delle rassicurazioni ricevute dagli ‘ABC’, forse non a caso usa una frase sibillina per descrivere la maggioranza: ”E’ ampia, ma pur sempre evanescente”. Come a dire: ogni tanto c’e’, ogni tanto – purtroppo – puo’ sparire.