Molta freddezza e perplessita’. E la sensazione che si stia andando nella direzione sbagliata. Cosi’ l’opposizione accoglie l’annuncio delle modifiche alla manovra decise dalla maggioranza nel vertice di Arcore. Non sembrano in grado di cambiare, nella sostanza, il giudizio del Terzo polo: ”Solo tasse, niente riforme”.

Mentre il Pd attacca: e’ una ”manovra delle toppe”. E Antonio Di Pietro parla di ”modifiche a chiacchiere”. Ma piu’ in generale, l’opposizione dubita che ”l’apertura al confronto” dichiarata dalla maggioranza, indichi una disponibilita’ reale di Pdl e Lega a rimettere mano alla ‘quadra’ faticosamente raggiunta. ”Siamo alla confusione, non vedo come possano quadrare i conti”, dice Pier Luigi Bersani, esprimendo una perplessita’ che serpeggia in tutta l’opposizione: il governo annuncia riduzioni dei tagli, ma dove trovera’ i soldi per mantenere i saldi invariati e arrivare al pareggio di bilancio? Si attende di leggere i testi degli emendamenti che saranno presentati. Per il momento, pero’, il giudizio del Pd e’ a dir poco negativo. ”Mi sembra una soluzione debole, spero non venga valutata troppo pesantemente da chi ci osserva nel mondo”, dice Bersani. Mentre di un ”quadro sconfortante” e un ”compromesso al ribasso” parla Enrico Letta.

Severissimo il giudizio del responsabile Economia Stefano Fassina: restano ”le pesantissime iniquita”’ ma diminuisce ”la gia’ scarsa credibilita”’. E Francesco Boccia parla di una ”manovra delle toppe” e di annunci da ”paese dei balocchi”. Critico, inoltre, il Pd sull’intervento ”pesante e invasivo sulle pensioni”, che, tuona Dario Franceschini, non possono servire a ”fare cassa”. Non meno severo il giudizio a caldo del Terzo polo: ”Le modifiche sembrano peggio della soluzione di partenza”, dice Italo Bocchino (Fli). Certo, si attende con prudenza di leggere nel concreto le misure e si spera che emerga qualcosa di buono. Ma fin d’ora l’annuncio dell’abolizione delle province e del dimezzamento dei parlamentari viene considerato dai terzopolisti una ”boutade”, perche’ rimanda a una riforma costituzionale.

Chi parla con Pier Ferdinando Casini (Udc) gli sente dire, con battuta sferzante: ”Quando non vuoi fare una cosa, la costituzionalizzi”. Ci sarebbe insomma la ricerca di un effetto annuncio da parte del governo, perche’, ragionano i terzopolisti, le riforme costituzionali appaiono l’esatto opposto dei provvedimenti concreti ad efficacia immediata illustrati oggi dal Terzo polo, nel ‘maxiemendamento’ presentato alla manovra (con taglio subito, tra l’altro, delle province con meno di 500mila abitanti, tagli sulla spesa della Pa e una patrimoniale del 5 per mille sui redditi sopra i 10 mln).

Sospeso per ora il giudizio del Terzo polo sulle pensioni: ”Vedremo se sono ancora aggiustamenti che disorientano i lavoratori oppure se c’e’ qualcosa di piu”’, dice dall’Udc Gianluca Galletti. Ma la proposta di Udc-Fli-Api-Mpa e’ ben piu’ radicale: abolizione del sistema ‘quote’ dal 2012 e in pensione a 65 anni (anche le donne) o dopo 40 anni di contributi, con i risparmi da destinare a giovani, donne e quoziente familiare. Francesco Rutelli, quando ancora non si conoscono le modifiche del governo, riassume: ”Manovra di sole tasse, senza le riforme”. E’ ”confusa e pasticciata”, dichiara Casini, che avverte che il rischio e’ ”il baratro”: ”Con certosina pazienza cercheremo di migliorarla – dice il leader Udc – ma e’ gravata da un peccato originale che peggiora andando avanti”. ”Le manovre si fanno con i fatti – sentenzia Di Pietro – Sono le cosiddette modifiche a chiacchiere, una nuova presa in giro degli italiani”.

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