Un esercito di passeggini vuoti schierato davanti Montecitorio per dire no ai tagli fatti dal governo alle famiglie con piu’ figli. E’ la protesta organizzata questo pomeriggio davanti alla Camera dei Deputati dall’ Associazione nazionale Famiglie Numerose. Decine e decine di mamme e papa’ da tutta Italia e con indosso magliette bianche con la scritta ‘Articolo 31, adesso basta’, si sono dati appuntamento a Roma per far sapere al governo le condizioni in cui sono ‘ridotti’;

hanno portato in piazza dei passeggini senza i loro figli ma con tante scritte tra cui ‘Se colpite i figli, colpite il futuro’, ‘Famiglie! in via di estinzione’, ‘Nei Paesi evoluti, sarem ben voluti, veniamo anche noi a mangiare a Montecitorio’ e ‘Che fine ha fatto l’articolo 31?’. A supportare la causa dei manifestanti anche l’assessore alla Famiglia di Roma Capitale Gianluigi De Palo che si e’ incatenato davanti il Parlamento: ”E’ assurdo e scandaloso quello che sta accadendo – ha commento De Palo – si deve ripartire con gli articoli 29, 30 e 31 e deve essere fatta una scelta molto chiara in favore delle famiglie numerose”. ”Siamo qui per i nostri diritti calpestati – ha spiegato il coordinatore romano dell’Associazione nazionale Famiglie Numerose Cristina Bazzani – le famiglie numerose stanno scomparendo e per questo oggi abbiamo portato i nostri passeggini vuoti. Quando la famiglia viene tassata al reddito e non in base al numero dei componenti significa che paghiamo le tasse come fossimo single. A questo punto conviene separarsi o convivere”. A dare solidarieta’ alle mamme ed ai papa’ in piazza e’ stato anche il presidente del Pd, Rosy Bindi, che si e’ fermata a chiacchierare con i manifestanti: ”L’attacco alla famiglia e’ molto piu’ grave di quello che si pensi – ha detto il vicepresidente della Camera – il fondo famiglia e’ stato svuotato e i soldi per voi servono a loro per comprare i parlamentari. Attentati morali ed economici alle famiglie non ci sono mai stati come in questa stagione perche’ il governo ha vinto le elezioni strumentalizzando le famiglie per poi metterle in ginocchio”.

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