“Ciò di cui l’Italia ha bisogno è diventare un Paese più moderno, più competitivo e più equo. Può farlo solo costruendo una vera economia di mercato, che sia insieme sociale e competitiva, e non può darcela né un polo di destra costituito da Pdl e Lega, né uno di sinistra fondato sull’alleanza tra Pd e Sel.

Allora bisogna riunire le forze e le volontà riformatrici e costituire una massa d’urto per superare le resistenze di interessi costituiti delle lobby che ostacolano il progresso del Paese, la concorrenza e il merito”. Lo afferma il premier Mario Monti in una lunga intervista al Mattino. “Quello delle alleanze è un discorso del tutto prematuro, perché la nostra operazione va oltre questa prospettiva elettorale e pattizia. Noi vogliamo portare in Parlamento esponenti della società civile perché esprimano una volontà fresca, non compromessa con il passato e non condizionata dalle tradizionali clientele della politicà, afferma Monti. “Quest’obiettivo comporta due passaggi: il primo è stato quello di convincere molte tra le forze migliori del Paese a lasciare le loro professioni per salire in politica; il secondo riguarda il rapporto con gli elettori, e abbiamo ancora tre settimane di tempo per questa sfida. Le alleanze – sottolinea – le valuteremo dopo, quando saranno visibili la nostra presenza politica e i rapporti di forza”. In merito alla campagna elettorale, “sulle idee si deve essere disposti a combattere. Il livello dello scontro politico in Italia è tale da importi di rispondere duramente sugli argomenti per ristabilire la realtà dei fatti”, commenta. Parlando del lavoro, “vogliamo proporre al Paese un piano di riforma che abbia nella semplificazione il suo punto centrale. Dobbiamo incentivare le imprese straniere a investire in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno”, spiega Monti. “Bisogna ridurre il divario di protezioni che c’é tra i lavoratori dipendenti inclusi nel sistema e i precari. La nostra formula sarà quella di sperimentare, attraverso la contrattazione collettiva, un contratto a tempo indeterminato che sia più flessibile e meno costoso e porti gradualmente al superamento dell’attuale dualismo del mercato del lavoro subordinato”. In concreto, prosegue, “significa garantire a fronte di un’assunzione a tempo indeterminato, in caso di licenziamento non discriminatorio, tutela a tanti giovani che oggi ne sono privi”. Monti respinge poi le accuse di incoerenza sul taglio delle tasse. “Sarei incoerente se promettessi come fanno altri una riduzione delle tasse senza riguardo alla situazione economica e ai vincoli di bilancio”, dice. Adesso “bisogna intaccare significativamente la spesa pubblica, mantenere bassi i tassi di interesse senza stravaganze che facciano riesplodere il panico sui mercati e proseguire nella lotta all’evasione. Con questi tre presupposti è possibile ridurre le tasse con gradualità”. Sullo scandalo di Mps “il tema della separatezza tra politica e banca è stato centrale in tutta la mia vita”, ribadisce, ma sul caso specifico “confermo la mia massima fiducia sull’attività svolta dalla Banca d’Italia durante questa gestione e durante quella del precedente governatore”.

 

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