“Il frequente e facile ricorso a elezioni politiche anticipate” è “una delle più dannose patologie italiane”. Parola del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che in una lettera al Corriere della Sera risponde agli interrogativi sollevati ieri sul medesimo quotidiano dall’ ex leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti. Da parte del Quirinale, scrive Napolitano, non c’è “nessun ‘congelamento’ ovvero ‘impedimento'” alla “‘libera dialettica democratica’.
Il Parlamento è libero, in ogni momento, di votare la sfiducia al governo Letta. Ma il presidente ha il dovere di mettere in guardia il Paese e le forze politiche – aggiunge – rispetto ai rischi e contraccolpi assai gravi, in primo luogo sotto il profilo economico e sociale, che un’ulteriore destabilizzazione e incertezza del quadro politico-istituzionale comporterebbe per l’Italia”. “So bene – prosegue il presidente della Repubblica nella sua lettera al Corriere – che ‘in caso di crisi’, resta ‘il ricorso al voto popolare’ e che da qualche parte si confida nella possibilità ‘di dare vita’ così ‘a un’alternativa di governò. Ma di azzardi la democrazia italiana ne ha vissuti già troppi”. “Si comprenderà che da presidente – guardando anche a decenni di vita repubblicana – io consideri il frequente e facile ricorso a elezioni politiche anticipate come una delle più dannose patologie italiane”. E’ “in effetti molto”, aggiunge Napolitano, quel che il presidente della Repubblica “non può”. “Ma c’è bisogno di ricordare l’insuccesso del tentativo dell’on. Bersani, che ebbe da me, dopo le elezioni di febbraio, l’incarico, senza alcun vincolo o limite, di esplorare la possibilità di una maggioranza parlamentare diversa da quella che è stata poi posta a base del governo dell’on. Letta?”.