Parte l’offensiva contro il Pd. E da Orvieto Angelino Alfano lancia la sfida a Casini sul terreno dei valori, puntando a spezzare l’asse tra Bersani e Casini, per spingere i centristi a scegliere da che parte stare, convinto che su temi come la famiglia e la vita non potranno mai andare a braccetto con la sinistra. Allo stesso tempo, Alfano tenta di riannodare i fili del rapporto con la Lega, utilizzando argomenti sensibili per il Carroccio: la sconfitta al nord e la consegna del settentrione nelle mani della sinistra. Ma la risposta dei lumbard e’ la stessa degli ultimi mesi: prima Alfano abbandoni la maggioranza e lasci il governo, e’ la secca replica di Roberto Maroni.
Poi c’e’ il fronte governo. L’appoggio del Pdl a Monti non e’ in discussione. Anzi, il partito di via dell’Umilta’ si candida a diventare la bussola di riferimento della maggioranza e il primo motore dell’azione riformatrice dell’esecutivo, determinandone l’agenda e le priorita’. Dunque, Monti puo’ stare tranquillo, il Pdl non vuole staccare la spina, non mira al voto anticipato ed e’ pronto a fare la sua parte per salvare l’Italia. Ma ben altro discorso e’ subire la “strategia strumentale” di Pd e Udc, che puntano invece a relegare ai margini il primo partito della maggioranza. Un ‘gioco da prima Repubblica” al quale Angelino Alfano non ha nessuna intenzione di prestare il fianco. Bersani e Casini sono stati avvisati dal segretario Pdl: se credono di poter mettere in ginocchio il Pdl si sbagliano di grosso. Anzi, d’ora in avanti sara’ il Pdl a “stare al centro della scena”, a prendere in mano le redini e contribuire a determinare le priorita’ dell’agenda politica e di governo. La prima sfida lanciata dal segretario e’ sul lavoro: oggi chiudendo i lavori della tre giorni di scuola di formazione a Orvieto, Alfano ha indicato la bussola che per il Pdl deve guidare l’azione dell’esecutivo nelle prossime settimane. Lavoro, lavoro, lavoro. Poi, giustizia sociale ed equita’. Sul resto, il Pdl non accettera’ nessun aut aut ne’, tantomeno stara’ alla finestra a guardare mentre gli altri altri due azionisti della maggioranza che sostiene Monti siglano ‘accordi sottobanco’ su questioni che l’ex Guardasigilli ritiene assolutamente secondarie in questa fase di emergenza economica. Ma e’ anche sul fronte interno che Alfano sta giocando la sua partita: ricompattare il Pdl e frenare i malumori di querlla parte di partito che da sempre ha mal digerito il sostegno al Professore. Alfano, per il quarto giorno consecutivo, mostra i muscoli e incassa il placet degli ex An e di quei forzisti della prima ora che temono di essere fagocitati dai centristi. Il niet al vertice di mercoledi’, l’avviso si sfratto a Riccardi, sono messaggi giunti a destinazione. Nessuna critica al premier, viene spiegato in via dell’Umilta’, gli ‘incidenti’ dei giorni scorsi non hanno intaccato la determinazione del Pdl a sostenere l’esecutivo. Ma ora i ministri sanno che con il Pdl devono fare i conti, perche’ e’ il primo partito in Parlamento e i suoi voti sono determinanti. Qualunque modalita’ Monti scelga per confrontarsi con i partiti che gli hanno dato la fiducia, spiegano fonti vicine al segretario, ad Alfano andra’ bene. Il segretario del resto sa che se il premier dovesse davvero decidere di archiviare per un certo periodo i vertici con i tre leader e’ solo per mettere in sicurezza il governo, forte del pieno e totale sostegno del Pdl (confermatogli dallo stesso Alfano in un colloquio telefonico). Ma il Pdl ha bisogno di rialzare la testa dopo mesi di difficolta’ e tornare a far sentire forte e chiara la sua voce, perche’ anche se l’obiettivo e’ depotenziare al massimo le amministrative, si tratta pur sempre di elezioni e Alfano deve parare il colpo di un probabile esito non eclatante. – Per questo, la strategia e’ differenziarsi dal Pd, mettere in chiaro che una cosa sono gli accordi per le riforme necessarie per il paese, tutt’altra cosa e’ condividere una visione del Paese. L’obiettivo a cui mira Alfano e’ anche un altro, ed ha un orizzonte piu’ lungo, il 2013: le basi per le future alleanze vanno gettate sin da ora e l’ex Guardasigilli guarda all’Udc, nella prospettiva della grande casa dei moderati. Anche per questo, Alfano sceglie oggi a Orvieto di spingere sul terreno dei valoi, quelli della famiglia e della vita in primis, che sa bene mettono in difficolta’ il Pd. E avverte: se la sinistra va al governo, dira’ si’ ai matrimoni gay, suscitando forti polemiche. Un prezzo che Alfano paga senza ripensamenti, perche’ in gioco c’e’ la vittoria al prossimo giro, anche se, mette in chiaro, il Pdl non chiede elemosine ai centristi: “noi vogliamo unire i moderati, ma non facciamo appelli. Chi ci vuole stare ci sta”.