Non sara’ il libro ‘Cuore’, come ha ironizzato Massimo D’Alema, ma la direzione del Pd si e’ conclusa nel segno di una dichiarata unita’ che da tempo non si vedeva. Almeno sul tema del lavoro, anzi sulla necessita’ di cambiare la riforma dell’articolo 18, perche’ sulle modifiche da chiedere in parlamento restano posizioni diverse. E anche l’ipotesi che il Pd promuova, o sostenga, manifestazioni di protesta ha provocato un po’ di fibrillazioni. Ma dopo oltre 7 ore di discussione, due sono i temi su cui il confronto resta ancora piu’ che aperto: la nuova legge elettorale e le, eventuali, primarie per i parlamentari se alla fine restasse il Porcellum.

“Vogliamo portare in porto la riforma ma discutere in parlamento e correggere le lacune che ci sono”, ha esordito Pier Luigi Bersani affrontando da subito, nella sua relazione introduttiva, la riforma del mercato del lavoro. Una relazione che Bersani ha voluto fosse messa ai voti e che ha raccolto l’unanimita’. Il segretario ha chiesto di “abbassare i toni” e ha invitato “le forze parlamentari a riflettere sui punti controversi”. Il Pd, dal canto suo, istituira’ una task force tra gruppi parlamentari e segreteria che valuti gli emendamenti anche a stretto contatto con le forze sociali. Resta fermo, ha assicurato, il sostegno a Monti “fino al 2013”. E in questo passaggio Bersani ha ringraziato il Capo delo Stato per il suo ruolo di “saldatura tra tecnica e politica”. Ma dalla direzione non e’ partito, come di consueto, l’applauso per Giorgio Napolitano. Bersani non ha fatto mistero di puntare a cambiare il testo Fornero nella direzione del sistema tedesco. L’approccio e le ricette pero’ divergono. L’ala del Pd piu’ ‘montiana’ chiede di valorizzare gli aspetti positivi della riforma. “Non c’e’ ragione di un allarme sulla riforma del mercato del lavoro, stiamo lavorando a un diritto che protegga tutti”, ha assicurato Pietro Ichino, favorevole a fare salvi i diritti di chi lavora e sperimentare per i neoassunti nuove forme di ‘flex security’. “Le richieste di correzione sull’art.18 non possono oscurare il nostro giudizio positivo sull’insieme della riforma Fornero”, ha detto Paolo Gentiloni.

 

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