Un giro di tangenti, anche a politici, a cominciare dal 1999 e fino al 2010, avrebbe alimentato il sistema degli appalti dell’Enav. A parlarne con i magistrati della Procura di Roma e’ stato l’imprenditore Tommaso Di Lernia, fino ad alcune settimane fa detenuto a Regina Coeli ed ora agli arresti domiciliari.
Le rivelazioni dell’imprenditore, come spiegato dal suo difensore Natale Perri, sono contenute in sei verbali di interrogatorio secretati dai pubblici ministeri di Piazzale Clodio, che stanno ora effettuando le verifiche del caso. Di Lernia, in sostanza, avrebbe parlato di dazioni di denaro destinate a esponenti dei Cda di aziende pubbliche ed a esponenti politici ”di riferimento”. Il denaro, per quanto a sua conoscenza almeno un milione di euro, sarebbe arrivato da Cipro ad una banca di San Marino, e qui prelevato in contanti. L’imprenditore – lo stesso che al Gip di Roma ha raccontato di aver saputo da Lorenzo Cola (ex consulente esterno di Finmeccanica) che l’affitto della casa di Milanese utilizzata da Tremonti veniva pagato dall’imprenditore Angelo Proietti – tra l’altro, avrebbe citato un episodio avvenuto nel febbraio 2009 dopo un prelievo di 200 mila euro. In quell’occasione ci sarebbe stata una riunione alla quale avrebbe preso parte un esponente dell’Udc, oltre all’amministratore delegato dell’Enav Guido Pugliesi. ”Tutti pagavano”, avrebbe aggiunto ai pm Paolo Ielo, Giovanni Bombardieri, Rodolfo Sabelli e Giancarlo Capaldo nel corso degli interrogatori ai quali e’ stato sottoposto. I destinatari dei ”balzelli” sborsati per accedere agli appalti degli scali aeroportuali, ha aggiunto, erano politici e consiglieri di Enav. Di Lernia sostiene che secondo quanto riferitogli da Lorenzo Cola, ex consulente esterno di Finmeccanica, il giro di tangenti versato nel periodo di riferimento (1999-2010) sarebbe stato di oltre 3 milioni e mezzo di euro. Rispondendo, tra l’altro, all’appalto per l’ammodernamento dell’aeroporto ”Falcone-Borsellino” di Palermo, Di Lernia avrebbe citato come politico di riferimento un esponente dell’Udc, mentre per la gara relativa allo scalo di Venezia il referente sarebbe stato un esponente dell’attuale governo. Tutte circostanze ora al vaglio degli inquirenti della capitale e che potrebbero ora riservare nuovi e clamorosi colpi di scena.