Fumata bianca sul rinnovo del cda Rai, ma le proteste del centrosinistra per l’operato del presidente del Senato Renato Schifani non si placano, pur facendosi meno accesi i toni dello scontro istituzionale con Gianfranco Fini. Una seduta di mezz’ora è bastata alla Commissione di Vigilanza per eleggere i nuovi consiglieri della tv pubblica, primo atto del processo che porterà i ‘tecnici’ Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi alla guida di Viale Mazzini. L’ha spuntata il Pdl, che dopo la sostituzione del senatore dissidente Paolo Amato decisa da Schifani tra le polemiche, ha portato a casa la maggioranza dei sette membri dell’organismo di vertice della tv pubblica. Confermati Antonio Verro e Guglielmo Rositani, fanno il loro ingresso Antonio Pilati e Luisa Todini (con il sostegno della Lega).
Sul fronte opposto passano Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, indicati da quattro associazioni alle quali il Pd si era rivolto per rompere la pratica lottizzatoria, e Rodolfo De Laurentiis, che resta in cda con i voti di Udc e altri rappresentanti del Terzo Polo. Decisivo è risultato il nuovo arrivato, Pasquale Viespoli, che, sostituendo Amato, ha dato il suo voto alla Todini, determinando lo stop della candidatura trasversale di Flavia Nardelli, che ha ottenuto quattro voti. Unico a non aver votato il radicale Marco Beltrandi. “Qualcosa da oggi non sarà più come prima nel rapporto tra una politica malintesa e l’azienda”, dichiara il presidente della bicamerale, Sergio Zavoli. Le polemiche però restano, anche se il presidente della Camera sembra gettare acqua sul fuoco. “La decisione di Schifani è legittima – spiega Fini -. Diciamo che può capitare anche all’arbitro più imparziale di fischiare un rigore per far vincere la sua squadra del cuore. La mia è stata una valutazione politica”. Il presidente del Senato, su richiesta del centrosinistra, è intervenuto in Aula, definendo “legittima” la sua scelta e ricordando che anche il presidente della Camera condivise le ragioni di Viespoli, che rivendicava per il suo gruppo una presenza in Vigilanza. Parole che non convincono il Pd. “Schifani ha perso credibilità”, replica in aula il vicepresidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, ma è tutto il partito, insieme a Idv e Udc, a non mollare la presa. “La vicenda è invereconda, di una protervia inaudita”, attacca Pierluigi Bersani che, in un incontro con le associazioni che hanno indicato i due consiglieri Rai votati dal suo partito, ha ribadito l’impegno a cambiare la governance della Rai. Per Pier Ferdinando Casini è stata scritta “una brutta pagina della vita delle istituzioni”, mentre di “vero e proprio golpe” parla Antonio Di Pietro, che chiede al governo un decreto per cambiare la legge Gasparri. “La Rai ha un cda eletto in piena regola. Chi voleva fare trucchi è rimasto deluso”, sostiene invece Angelino Alfano, che attacca: “Fini fa una predica da un pulpito da cui si doveva dimettere due anni fa”. Il nuovo vertice dovrebbe essere pienamente operativo entro un paio di settimane. Dopo la nomina formale di tutti i nove membri del consiglio da parte dell’assemblea degli azionisti, martedì prossimo dovrebbe essere convocato il cda per la nomina del presidente Tarantola, che dovrà ottenere il parere favorevole due terzi della Vigilanza, presumibilmente a metà della prossima settimana. Poi, entro qualche giorno a meno di sorprese, verrà nominato il nuovo dg, Luigi Gubitosi. “Credo che quanto successo ieri dia la dimensione della complessità dei problemi che ci troveremo ad affrontare”, dichiara il neoconsigliere Tobagi. Per il collega Verro “é positivo” che la politica si occupi di Rai, ma “deve essere al suo servizio, non viceversa”. “Ci sono tanti problemi da affrontare, ma la Rai è una grande eccellenza”, afferma Todini.