Guarda a Silvio Berlusconi, nel giorno della chiusura dell’era Pdl, ma parla al Pd Matteo Renzi quando apre la sua affollatissima kermesse alla Leopolda a Firenze. Anche se non e’ dal palco che il sindaco di Firenze prende la parola, bensi’ dagli schermi di Otto e mezzo. E lancia un messaggio chiaro: in futuro mai piu’ larghe intese. “Basta parlare male degli altri, con le nostre proposte vinciamo. Berlusconi ha paura di noi mediaticamente e non solo”, spiega, “per la prima volta Berlusconi insegue noi”.
Del resto, “ha fissato il consiglio nazionale l’8 dicembre, il giorno delle primarie. Ha paura di essere a traino in qualche modo del Pd. Se la prossima volta fa anche le primarie siamo in democrazia piena”. Ma Renzi da’ per finita la stagione del Cavaliere e cosi’, lascia intendere, dovrebbe essere per tutto il Partito democratico. Anche in chiave governo. “Sappiamo da vent’anni chi e’ Berlusconi e se la sentenza sara’ definitiva bisognera’ trarne le conseguenze”, avverte. Questo non vuol dire che prepari la spallata a Enrico Letta. “Credo che il governo funzioni se fa le cose che servono agli italiani e vogliamo dare una mano al governo perche’ le faccia”, ribadisce, “non sono interessato a bandierine, a togliere un governo per metterne un altro”. Pero’ se l’esecutivo “ha la maggioranza in Parlamento agisca”. Anche se certo sarebbe bene che “invece del cacciavite Letta usasse il Caterpillar”. E’ la prospettiva che interessa a Renzi, almeno cosi’ assicura. E molto si gioca sulla nuova legge elettorale. Il sindaco di Firenze da settimane batte sul tasto del maggioritario a doppio turno, che garantisca bipolarismo e alternanza. Per questo i suoi non hanno fatto mistero di non avere gradito le pillole di riforma messe a punto in commissioni Affari costituzionali in Senato, con quella ipotesi di ritorno al proporzionale, con il niet del Pdl al doppio turno, che in ben altra direzione andrebbe. Ma fra poche settimane c’e’ il congresso. Renzi si schermisce e dice che non crede “di stravincere”. E mette le mani avanti sulla partecipazione: “Penso che sara’ piu’ vicina ai 2 milioni”. Pero’, se tutto andra’ secondo le previsioni, Renzi avra’ i titoli per imporre la linea al Pd su come superare il Porcellum. Intanto, e’ gia’ lo chiede oggi, bisognerebbe “smascherare il bluff del Pdl e di Grillo”. E poi, di certo, la legge elettorale dovra’ consentire che vi sia un vincitore certo. “No agli inciuci, basta larghe intese”, dice mettendo una pietra sul ‘pillolario’ diffuso ieri dai senatori dopo l’incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano. Proprio il presidente della Repubblica oggi e’ finito di nuovo nel mirino di Beppe Grillo che ne ha chiesto l’impeachment. Il Pd si e’ schierato a difesa di Napolitano. Da Renzi una sola riflessione e tutta rivolta al leader dell’M5S: “La classe politica romana, compreso Grillo che ne fa parte a tutti gli effetti, parla di impeachment, non dei problemi veri”.