Prosegue in un clima teso l’esame della riforma costituzionale al Senato. Dopo il fallimento della mediazione per far cessare l’ostruzionismo, si va avanti con un continuo braccio di ferro tra la maggioranza e FI da un lato, e M5S, Lega e Sel dall’altro. Il risultato è che per oggi non si è svolta ancora nessuna votazione. E la seduta mattutina è stata sospesa per una riunione durata oltre tre ore della giunta del regolamento del Senato, chiamata a ‘giudicare’ la legittimità della decisione del presidente Pietro Grasso di applicare la tecnica del ‘canguro’, che ha ‘cancellato’ ieri, considerandoli superati, ben 1400 emendamenti, tra le proteste dell’opposizione. La giunta di Palazzo Madama ha dato ragione a Grasso: il ‘canguro’ si può applicare, anche per le riforme costituzionali. Ma la decisione, criticata anche dai ‘dissidenti’ del Pd, fa insorgere M5s, Sel e Lega, che in giunta hanno votato ‘no’, nel tentativo, fallito, di “azzoppare il canguro”. “Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore”, assicura intanto nella sua newsletter il premier Matteo Renzi. Il Pd, con il senatore Francesco Russo, si dice persuaso che ci siano “buone speranze” di riuscire a portare a casa il via libera del Senato alla riforma l’8 agosto, come auspicato dal governo. Ma anche se non fosse così si andrà avanti a oltranza perché “le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario – afferma Renzi – ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude. Questa è la volta buona, costi quel che costi”. A Sel l’ostruzionismo in Senato sembra ‘costare’ per ora la rottura dell’alleanza con il Pd. Una rottura, “unilaterale”, che, assicura Vendola, “porterà delle conseguenze”. Per ora, però, i sette senatori vendoliani non scendono dalle barricate, non ritirano i loro emendamenti e si preparano a un altro lungo pomeriggio in Aula, con votazioni programmate fino a mezzanotte. Il tentativo della maggioranza è concludere oggi tutti gli emendamenti all’articolo 1 del ddl costituzionale. L’opposizione cercherà invece di far passare con il voto segreto l’emendamento presentato dal senatore della Lega Stefano Candiani per ridurre il numero dei deputati da 630 a 500. Per evitare che ciò accada, già preannuncia Loredana De Petris (Sel), il Pd provocherà “un incidente sul voto segreto”, con la possibilità che venga riconvocata la giunta del regolamento e di nuovo sospese le votazioni.