“Ma non ci penso proprio ad andare con i 5 Stelle e non è vero che dissento sempre, sull’alt ai lavori del Parlamento come chiedeva il Pdl, ad esempio, ho votato come voleva il partito”. Lo dice a Repubblica Laura Puppato, senatrice del Pd che ieri sul voto alla mozione di sfiducia sul ministro Angelino Alfano si è smarcata dalla linea del suo partito. “Dire ‘no’ alla sfiducia ad Alfano, ha significato da parte del Pd ‘fiduciarlo’, e questo non potevo farlo”.
“Il mio – spiega – è un atto di coerenza rispetto alle dichiarazioni che abbiamo reso. Nelle file del Pd c’è sgomento per questa vicenda e per l’assenza di credibilità nazionale e internazionale che comporta. Abbiamo consentito all’ambasciatore di un altro Paese di entrare e uscire dal Viminale come fosse a casa propria, dare ordini, informazioni”, “il ministro Alfano ha enormi responsabilità politiche e amministrative, per non parlare di quello che può esserci dietro”. Puppato vorrebbe un Pd “più coraggioso”, “Zanda ha fatto un pesantissimo e durissimo attacco senza sconti ad Alfano, e di questo lo ringrazio. Ma c’era una lacuna: di fronte a quelle premesse la conseguenza sarebbe stata almeno il ‘non voto’ alla mozione”. “Qui – aggiunge – non si rischiava la caduta del governo, ma un rimpasto”. “Il Pd è al governo con il Pdl ma deve battere un colpo, non può sostenere l’insostenibile per malinteso senso di responsabilità”. Intervistata anche dalla Stampa Puppato ricorda il caso del ministro Josefa Idem: “se paragoniamo la sua vicenda al caso Alfano, allora lei è stata davvero una vittima: si è dimessa avendo davvero a cuore che le istituzioni non fossero neppure sfiorate dall’ombra del dubbio. Oggi, invece, dinanzi ad una situazione conclamata di sgomento non si traggono le conclusioni”.