I tagli alla Sanità e in particolare alla spesa farmaceutica, e le province, complicano il cammino del decreto sulla spending review. La maggioranza ha infatti proposto, attraverso i relatori al provvedimento, delle riscritture all’articolo sulla spesa farmaceutica, aprendo un confronto che ha bloccato per lunghe ore i lavori della commissione Bilancio del Senato. Nella seduta notturna i relatori hanno depositato un emendamento che riduce i maggiori oneri previsti per farmacie ed aziende farmaceutiche.
E in giornata la commissione ha approvato un emendamento del Pdl che prevede un aumento dell’Irpef nelle otto regioni con un debito della sanità da ripianare. Contraddicendo così la filosofia del decreto che è quella di ricorrere ai tagli di spesa per evitare l’aumento delle tasse. Pdl e Pd stanno “smontando” diverse parti del decreto, attraverso la presentazione di emendamenti dei due relatori, Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd). Il Governo ha dovuto in diversi casi prendere atto delle soluzioni proposte. Tra le modifiche approvate una riguarda i Comuni, dopo le proteste dei sindaci dei giorni scorsi. Nelle loro casse arriveranno altri 800 milioni: 300 verranno girati loro dalle Regioni e altri 500 arriveranno dal Fondo per i rimborsi fiscali alle aziende. Quindi alle imprese verrà meno altra liquidità. Dei 300 milioni “regionali”, la maggior parte andranno alla Sicilia (171,508 milioni), seguita da Lombardia (83,353 milioni) e Sardegna (82,3 milioni). Oltre agli Enti Locali, è la sanità e la spesa farmaceutica il nodo che ha bloccato la commissione, con lunghe sospensioni dei lavori. L’emendamento presentato in nottata lima il cosiddetto supersconto a carico delle farmacie (cala da 3,65% al 2,25%) nonché quello che pesava sulle aziende farmaceutiche (dal 6,5% al 4,1%). I farmacisti, scesi oggi sul piede di guerra, ottengono dunque una vittoria, così come era avvenuto sul decreto liberalizzazioni. E’ stato pure abbassato di poco il tetto alla spesa farmaceutica: dall’11,5 all’11,35%. Si è preferito poi dare la possibilità alle regioni con extra-deficit sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) di anticipare dal 2014 al 2013 la maggiorazione dell’aliquota addizionale regionale Irpef, dallo 0,5% all’1,1%. Restano poi i nodi delle province e dell’allargamento della platea degli esodati, motivi che hanno spinto a far slittare a domani l’approvazione del decreto da parte della commissione. La commissione ha pure approvato un emendamento della Lega che pone un tetto di 300.000 euro agli stipendi di dipendenti e manager della aziende a partecipazione pubblica, Rai compresa. Ma il nuovo si salverà perché le norme si applicheranno dal prossimo rinnovo del Consiglio.