“Monti vuole partecipare alle elezioni, se va bene gli danno il 12 per cento, ma vuole contare il 100 per cento. Tutta l’agenda di governo non può che essere quella che scrive lui. Perché? Perché lui è l’elite”. Lo afferma in un’intervista a Repubblica il leader di Sel Nichi Vendola che respinge l’ipotesi di una mancata vittoria del centrosinistra in Senato.
Intervistato anche dal Manifesto, Vendola spiega che “oggi quell’austerità che noi consideriamo di destra, ha concluso il proprio ciclo. Il polo progressista – sottolinea – va al voto per vincere e governare l’Italia per cambiare agenda, per mettere al centro quella questione sociale su cui con tanta solennità è intervenuto nel discorso di fine anno il capo dello Stato”. Con le forze “moderate e liberalconservatrici di impianto europeo – aggiunge – è necessario discutere ed eventualmente anche convergere sulle regole e sulle riforme istituzionali. Certo non potrà essere Monti a dettare ancora regole in quel mercato del lavoro che è rimasto senza regole e senza lavoro”. Vendola individua nelle ultime affermazioni di Mario Monti una “autentica epifania: sono la rivelazione dell’animo liberal, quello sì conservatore, che attraverso l’ideologia della tecnica cerca di sublimare la natura delle scelte che compie. C’é stata una battuta assolutamente rivelatrice di Pier Ferdinando Casini – prosegue a Repubblica -, quando dice che Bersani non può fare il premier se non vince in tutte e due le Camere. Una dichiarazione ingegnosa da parte di chi sponsorizza come premier uno che non vincerà in nessuna delle due Camere”. L’appoggio ad Albertini nella corsa al Pirellone rispetto ad Ambrosoli è per il leader di Sel “come quando Berlusconi scelse Fini a Roma. Altro che non c’é né destra né sinistra”.