“Non ho mai posto veti, ma L’Udc è alternativo al nostro campo. Propone il montismo come una specie di strategia sempiterna, la grande coalizione come formula magica per liberare l’Italia dalla crisi. Noi abbiamo innanzi tutto da definire il campo nostro, senza rinviare neanche di un giorno i diritti insopprimibili delle persone: matrimonio gay, fecondazione assistita, testamento biologico”.
Così il leader di Sel, Nichi Vendola, in un’intervista a Repubblica. Vendola si dice d’accordo con Bersani sulla “rivendicazione del primato della politica”. Tuttavia il segretario del Pd “pensa che il limite di questo governo consista nella spirale austerità-recessione, mentre io penso che sia la natura stessa dell’esecutivo dei tecnici, le cui scelte sono tutte politiche”. Per il governatore della Puglia è “centrale recuperare l’agenda della giustizia sociale non solo in chiave di tutela dei diritti soggettivi, ma anche come cuore pulsante del rilancio dell’economia”. Adesso, sottolinea, “bisogna difendere e rilanciare l’utopia degli Stati Uniti d’Europa, sapendo che nazionalismi e sciovinismi stanno tornando come prodotti avvelenati della crisi sociale e che l’Europa semplicemente non esiste se non è anche un paradigma di civiltà: il continente del Welfare, in cui i diritti sociali e i diritti civili si amalgamano come l’acqua con la farina. Per sfornare questo pane ci vuole la sinistra”. In tema di alleanze, “dobbiamo approfondire con sindaci e movimenti l’agenda politica”, senza rinunciare al “dialogo costruttivo con tutte le forze della sinistra”, dichiara Vendola. “Il punto che ho inteso segnare con un più netto avvicinamento a Bersani – spiega – è stato soprattutto la distanza che deve essere incolmabile tra la sinistra e il populismo. Per me questo è importante, perfino mentre considero attuale il bisogno di provare a riallacciare il filo del dialogo con l’Idv”, che “é un pezzo del centrosinistra”.