Nel 2003 il Time lo ha inserito nella lista degli eroi moderni per il suo impegno nelle indagini sulla rete di al-Qaida. Sei mesi prima degli attentati alle Torri Gemelle fece arrestare cinque islamici che preparavano un attentato al Duomo di Strasburgo. Stefano Dambruoso non è un magistrato “normale”. Ha adottato tecniche investigative avanzate che hanno prodotto risultato straordinari nella lotta al terrorismo internazionale, negli anni dello stragismo talebano. Lo abbiamo intervistato per conoscere il suo autorevole parere sul dibattito parlamentare e politico sulla riforma della Giustizia abbozzata dal Guardasigilli Carlo Nordio. Ai microfoni di Italia Notizie Dambruoso, con il suo solito equilibrio, ha affermato che “i temi sul tappeto possono essere affrontati e risolti perché le proposte del ministro Nordio non sono divisive”. L’ex deputato, eletto nel 2013 nella lista Scelta Civica di Monti, indica una soluzione all’eventuale separazione delle carriere tra giudici e pm: “Basterebbe istituire due organi di controllo”. Dambruoso è ovviamente consapevole che il tema della separazione è al centro di un confronto trentennale all’interno della stessa magistratura, ma non lo considera un tabù. Sulla polemica sull’uso delle intercettazioni, con Nordio al centro delle accuse dell’opposizione, il magistrato taglia corto: “Il ministro della Giustizia ha dichiarato che non saranno intaccate per i reati di mafia, terrorismo e lotta alla corruzione”. Stefano Dambruoso non è un magistrato “normale”. Nemmeno banale.

Mario De Michele

LA VIDEO INTERVISTA A STEFANO DAMBRUOSO

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