“Abbiamo avuto un incontro con i rappresentanti delle associazioni datoriali e sindacali del mondo agricolo per ragionare insieme su quelli che sono gli interventi già fatti dal governo e quelli che saranno fatti, ma per prima cosa dire in modo chiaro, netto e senza possibilità di fraintendimenti, che lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato”. Lo afferma la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa dopo la riunione con le rappresentanze sindacali e datoriali convocata a seguito della morte di Satnam Singh, il bracciante morto a Latina dopo essere stato abbandonato col braccio amputato. “Non possiamo non ricordare e condannare – aggiunge la ministra – quanto è successo a Cisterna di Latina al cittadino indiamo Satnam Singh, che ha perso la vita durante un’attività lavorativa che era totalmente irregolare ma ancora di più che ha perso la vita perché non è stato soccorso e c’è chi ha pensato di abbandonarlo senza prestargli nessuna umana assistenza in un momento gravissimo in cui gravissime erano le ferite che aveva riportato”. “Combattere il caporalato vuol dire da un lato intensificare i controlli, lo stiamo facendo e lo faremo” e “anche un attento puntuale e sinergico lavoro di consultazione delle banche dati che abbiamo a disposizione”. Lo ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Potenzieremo la rete agricola di qualità perché il contrasto al lavoro sommerso e capolarato passa anche per il sostegno di chi invece, con difficoltà ma con grande senso di partecipazione civile, gestisce regolarmente le proprie attività”, ha detto ricordando che sono solo 6 mila le imprese iscritte. In particolare “il sistema informativo per la lotta al caporalato in agricoltura ci consente di mettere strutturalmente al servizio di un’attività sinergica di contrasto tutto ciò che il ministero del Lavoro, il ministero dell’Agricoltura, l’Ispettorato del Lavoro, i Carabinieri del nucleo di tutela del lavoro, Inps e Inail e tutti i soggetti che si occupano dei lavoratori in Italia ci possono fornire come basi dati”, ha aggiunto Calderone. Su questa base “riusciremo a essere ancora più efficaci in un’azione ispettiva che comunque ci sta dando dei grandi risultati”, ha concluso la ministra dicendo che “il 2024 si è aperto con una intensificazione del numero delle ispezioni” e “soprattutto nell’ottica di lungo periodo riusciremo, con le nuove assunzioni di ispettori in corso, a raddoppiare le ispezioni degli anni scorsi”. Il decesso di un operaio “per colpa di un criminale” non deve portare a criminalizzare tutte le imprese agricole. Sono le parole del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante la conferenza stampa al termine della riunione tenutasi con la ministra del Lavoro Calderone e con le rappresentanze sindacali e datoriali a seguito della morte del bracciante indiano Satnam Singh. “In queste situazioni può accadere che ci sia una criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Può capitare quindi che si criminalizzi, di fronte a episodi gravi come quello di Latina, anche tutte le imprese agricole”, ha detto Lollobrigida sottolineando che “queste morti non dipendono da imprenditori agricoli. Dipendono da criminali”, citando poi un atto vandalico ai danni di un’associazione agricola in Lombardia. “Il tavolo di oggi resta aperto, così ci siamo detti, anche a interlocuzioni non formali. La collega Calderone, nella chiusura della riunione, ha appunto detto che, nei prossimi giorni, anzi nelle prossime ore, su alcuni aspetti del decreto agricoltura, ci potranno essere emendamenti specifici che potranno essere da presentare anche su sollecitazioni delle forze sindacali e i datoriali” ha detto Lollobrigida. Questi servirebbero “per velocizzare alcuni processi di correzione di rotta in vari ambiti, tra cui anche il caporalato”, ha aggiunto il ministro. “È un tavolo che non ha bisogno di convocazioni formale – ha concluso – anche se ce ne saranno, e che ha bisogno di restare aperto”. Dal primo gennaio 2024 al 20 giugno sono morte 492 persone sui luoghi di lavoro secondo i dati dell’Osservatorio nazionale morti sul lavoro curato dall’ex metalmeccanico Carlo Soricelli. Il numero sale a 670 se si considerano tutti i lavoratori morti (anche quelli in itinere) nel periodo. Le categorie dove si muore di più sono: agricoltura, edilizia e autotrasporto. L’Osservatorio monitora tutti i morti sul lavoro, anche quelli non assicurati a Inail o in nero ed è nato a Bologna dopo la tragedia della ThyssenKrupp.

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