“Sarà all’ordine del giorno nella prossima Plenaria di Strasburgo del 9 marzo la mia interrogazione sui rischi dell’esposizione agli interferenti endocrini. Questi rischi sono stati denunciati anche da un documento scientifico preparato nel 2013 dalla DG Ambiente della Commissione europea che la stessa ha poi deciso di non portare avanti”. Lo ha reso noto Nicola Caputo Parlamentare europeo del Gruppo S&D – PD promotore dell’interrogazione orale e del dibattito sui rischi degli interferenti endocrini. “Un numero crescente di studi – spiega Caputo – mostra un alto rischio, per la salute umana, dell’esposizione agli interferenti endocrini, anche a bassissima intensità.” Tali sostanze chimiche che interferiscono con il sistema ormonale, sono presenti in vari prodotti dai pesticidi, biocidi, alle materie plastiche, computer, cosmetici etc. “Emerge, infatti, che le regole necessarie ed efficaci per proteggere il pubblico sarebbero molto onerose e provocherebbero divieti diffusi e restrizioni sia sui prodotti chimici per uso domestico sia su quelli comunemente usati nell’agricoltura industriale”. “Il documento preparato dalla DG Ambiente proponeva criteri per identificare e classificare gli interferenti endocrini, che gli scienziati considerano come la causa principale dell’aumento di anomalie fetali e genitali, del cancro, dell’infertilità, della pubertà precoce e di malattie cardiovascolari”. “Questi criteri, se adottati entro il 2013, avrebbero permesso all’Unione europea di vietare sostanze pericolose che, invece, dopo quella data sono entrate in commercio.” La Commissione ha tuttavia ignorato tali prescrizioni e si è limitata a proporre nel luglio 2014 una valutazione di impatto, che non sarà finalizzata nemmeno entro il 2016. Questa procedura sembra sottendere a una volontà di allungamento dei tempi e di elusione da parte della Commissione, del divieto di uso degli interferenti endocrini”. “L’interrogazione – conclude Caputo – chiederà alla Commissione Europea di essere più tempestiva e presente su un tema che riguarda direttamente la salute dei cittadini, sottolineando che non può essere lasciato campo aperto agli interessi economici dei grandi gruppi della chimica”.

 

 

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