“Abbiamo trovato una situazione critica e per certi versi allarmante per quanto riguarda i livelli dell’assistenza sanitaria del carcere di Secondigliano. Lacune nelle visite specialistiche con casi che arrivano fino a sette mesi di attesa per una Tac. Criticità anche per gli esami diagnostici”. E’ quanto è emerso dalla prima tappa effettuata dalla Commissione Trasparenza e Controllo Atti nell’ambito dell’iniziativa di verifica dei livelli di assistenza sanitaria nelle carceri campane.

Con Nicola Caputo presidente della commissione hanno preso parte alla visita i consiglieri regionali Giulia Abbate (segretaria della commissione) ed Enrico Fabozzi oltre ai funzionari UOC TSIP dell’Asl Napoli 1 Raffaele De Losio e Giovanni Sapio e Adriana Tocco Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. “La casa circondariale, ospita in questo momento, 1200 reclusi che a quanto abbiamo potuto appurare usufruiscono di livelli assistenziali insoddisfacenti, con tempi lunghissimi per le visite specialistiche, carenza di personale e l’assenza di un rapporto di continuità assistenziale tra i sanitari e i detenuti. Complessivamente ci sono solo sei medici di cui due in servizio di guardia medica reperibili h-24 e sei cosiddetti di reparto reperibili solo per alcune ore al giorno”. “La struttura sanitaria del carcere ha strumenti diagnostici obsoleti mancano gli specialisti per patologie importanti come urologia, gastroenterologia, ortopedia, infettivologia, non c’è la radiologia. Con la conseguenza che spesso si deve ricorrere al trasferimento in strutture esterne al carcere dei detenuti – pazienti con grande dispendio di energie, risorse e dilatamento dei tempi di intervento”. “Dalla nostra visita e dal colloquio con il personale e i detenuti è emerso che spesso mancano farmaci perle varie terapie e il personale medico risulta insufficiente a gestire una popolazione carceraria che per quasi la metà è costituita da malati cronici, Aids, patologie legate alla tossicodipendenza e decine di casi conclamati di tumore”. “Verificheremo nelle prossime settimane la consistenza e la qualità dei livelli essenziali assistenziali anche delle altre case circondariali campane. Quello alla salute è un diritto costituzionalmente garantito, anche ai detenuti che per la loro particolare condizione dovrebbero avere maggiore attenzione e personale specializzato”.

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