NAPOLI – La Commissione Regionale Speciale contro il Mobbing e contro ogni forma di discriminazione, presieduta da Donato Pica (Pd), proporrà un ordine del giorno da sottoporre all’attenzione del Consiglio per chiedere al Governo la prosecuzione delle reti territoriali di prevenzione e di contrasto alle discriminazioni in Campania e nelle altre regioni meridionali (il progetto terminerà ad agosto prossimo) e per sollecitare l’approvazione in Parlamento di una legge contro l’omofobia e la transfobia.
E’ quanto è emerso dall’audizione tenuta oggi dal presidente Pica e dalla consigliera Anita Sala (Centro Democratico, Diritti e Libertà) con i rappresentanti di Arcigay e referenti della Rete nazionale antidiscriminazioni promossa dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a difesa delle differenze (Unar), promosso dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Bruno Colavita, Lorenzo Forte e Ottavia Voza.
Nell’approfondire le linee guida e le proposte relative alla rete nazionale contro le discriminazioni, il presidente Pica ha sottolineato che “il progetto promosso dal Dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri mette in campo una serie di strumenti importanti per favorire l’ascolto, la prevenzione e l’intervento contro ogni forma di discriminazione. Nell’ottica di porre in essere ogni iniziativa contro le discriminazioni e particolarmente contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dalla identità di genere – ha sottolineato l’esponente del Pd – la Commissione antimobbing ha dato vita ad una proposta di legge per prevenire e contrastare le discriminazioni e per promuovere azioni positive in tutti i campi contro le discriminazioni”.
Per la consigliera Sala “è fondamentale che la Regione dia un segno tangibile di impegno contro le discriminazioni perché è compito di tutta la politica imprimere un cambio di passo nella cultura delle persone e soprattutto delle giovani generazioni volta alle pari opportunità, alla non discriminazione, al raggiungimento della piena crescita sociale e culturale del territorio. In tal senso – ha proseguito Sala – è importante che la massima istituzione regionale solleciti al Parlamento l’approvazione di una legge nazionale contro l’omofobia che identifichi la fattispecie di reato”.
“Lo scopo della Rete è quello di fare emergere tutte le forme di discriminazione e specificamente le discriminazioni di orientamento sessuale e di identità di genere che sono molto frequenti nei territori del Sud Italia e che riguardano soprattutto gli ambienti familiari – ha spiegato Colavita, coordinatore del progetto per le Regioni Obiettivo convergenza – ; in questi territori il problema è soprattutto di natura culturale e richiede una forte attività di sensibilizzazione e di prevenzione a partire dalle scuole e una incisiva collaborazione con le istituzioni locali”. “Come previsto dal progetto Unar, abbiamo attivato sul territorio regionale una “antenna” per la rilevazione delle discriminazioni ma, nonostante il nostro impegno continuo e costante nel rilevare forme di discriminazione, notiamo ancora una certa resistenza da parte delle persone interessate che preferiscono chiudersi nel silenzio e nell’isolamento sociale – ha detto Lorenzo Forte, operatore dell’”antenna territoriale” –ed è proprio per scardinare questo meccanismo psicologico, che è alla base dei tragici fatti di cronaca che hanno visto suicidi per omofobia, che le istituzioni e la politica devono unire le proprie forze concretamente e stare dalla parte delle vittime delle discriminazioni”.
“L’Italia è ai primi posti nel mondo per omicidi aventi vittime i transessuali ad evidenziare una criticità di natura culturale e sociale che siamo ben lungi dal superare” – ha aggiunto Voza – rappresentante nazionale e di Arcigay Salerno – per la quale “è fondamentale portare alla luce la problematica e puntare sulle campagne di comunicazione contro ogni forma di discriminazione e sulla sinergia tra le istituzioni nazionali, regionali e locali alle quali chiediamo di dare forza, ciascuna per le proprie competenze, alla rete contro le discriminazioni”.